Lucca, Siena, San Gimignano: tra industriali del marmo e cavatori anarchici

Via Francigena: Del Boca e Moia in Toscana

Lorenzo Del Boca e Angelo Moia

Lorenzo Del Boca e Angelo Moia

SIENA – Gli industriali del marmo e i cavatori anarchici. Il lardo di Colonnata e la Pattona con la farina di castagne. Il San Martino di Lucca e la Santa Caterina da Siena.
I pellegrini Lorenzo Del Boca e Angelo Moia, hanno attraversato la Toscana entrando da Aulla, scavalcando la Cisa, per uscire da Acquapendente verso la provincia di Viterbo. Terra di robuste contraddizioni, quella che hanno conosciuto, con violenti bestemmiatori e devoti altruisti. Tinte forti che la gente del posto non si preoccupa di ammorbidire ma che, anzi, prova piacere ad accentuare.
Del BocaLorenzo e Angelo hanno percorso in Italia quasi 850 chilometri. Ne restano 200 per arrivare a Roma.
In provincia di Massa Carrara hanno sostato ad Avenza dove nacque Gino Lucetti che l’11 settembre 1926 attentò al Duce. E’ il protagonista di uno dei libri di Del Boca: “Il dito dell’anarchico”.
Lorenzo Del Boca e Angelo Moia hanno posato le mani nel “labirinto” del duomo di Lucca, simbolo del pellegrinaggio e metafora della difficoltà di ciascuno nel trovare la propria via. Hanno fotografato le torri di San Gimignano e la piazza d’acqua di Bagno Vignoni.
Il pellegrinaggio è un cammino che mescola immagini e memoria, propositi e rimpianti, progetti e delusioni. A tenere tutto quanto insieme: la fatica.

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