Non è stato arrestato subito in mancanza di flagranza di reato e della denuncia

Aggressione ad Ostia: fermato Roberto Spada

Roberto Spada fermato dai carabinieri di Ostia (Foto Ansa/Stringer)

Roberto Spada fermato dai carabinieri di Ostia (Foto Ansa/Stringer)

OSTIA (Roma) – Martedì pomeriggio Roberto Spada ha aggredito il giornalista di “Nemo” Daniele Piervincenzi e il cameraman Edoardo Anselmi. Il giornalista, che stava realizzando un servizio sul voto nel municipio di Ostia, si è beccato una testata in volto ed è finito in ospedale con il naso rotto. Oggi Spada è stato fermato dai carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Ostia in esecuzione di un decreto di fermo del pm della Procura della Repubblica di Roma.
A Spada, fermato mentre si trovava nella sua abitazione, sono contestati i reati di lesioni aggravate e violenza privata con l’aggravante di aver agito in un contesto mafioso e per futili motivi. Gli investigatori sono al lavoro per identificare un complice, un “guardaspalle” presente al momento dell’aggressione della troupe.
Dopo il pestaggio, Spada non è finito subito in manette perché non essendoci stata flagranza di reato, secondo il codice penale, non è stato possibile procedere all’arresto. Inoltre, la denuncia è stata presentata soltanto il giorno dopo da parte del reporter.
Dopo l’aggressione, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo, e Spada è indagato per lesioni. Il referto medico del giornalista, inoltre, parla di una prognosi di 30 giorni. Solo nel caso in cui le conseguenze dell’aggressione al reporter della Rai venissero valutate come “lesioni gravi” o “gravissime” il reato potrebbe essere ridefinito. Il fascicolo è stato affidato alla Dda capitolina. (adnkronos)

Chi è Roberto Spada: insulti e guantoni

Roberto Spada

Roberto Spada

OSTIA (Roma) – “Non sopporto i falsi moralisti, son proprio quelli che hanno qualcosa da nascondere e accusano altri”. È questa la frase scelta da Roberto Spada, protagonista dell’aggressione a due inviati Rai della trasmissione “Nemo”, per descriversi sul proprio profilo Facebook. Uno dei tanti messaggi condivisi da Spada sui social. Dalla dedica alla figlia per il compleanno – “Quattordici anni sei un piccolo bocciolo acerbo, non più germoglio, non ancora fiore aperto alla rugiada, ma questa è la fase più dolce e promettente di tutte, perché è a quest’età che puoi scegliere quale fiore diventare” – alle risposte piccate contro chi getta fango sulla sua famiglia: “Io una cosa non riesco a comprendere…sui social andate a commentare negativamente il mio cognome…poi venite a cercami in cambio di favori…il bello è che fate tutti i puritani e vi si incontra in giro tutti strafatti e fate li peggio danni!!!…è proprio vero Er più pulito c’ha la rogna….”. E ancora: “Si presentano come angeli…eroi che ci difendono dal male …spesso sono i primi carnefici…serpi!!”.
Titolare di una palestra di Ostia, appassionato di boxe e “giocatore professionista di poker”, Roberto Spada è il fratello di Carmine, detto “Romoletto”, il boss condannato a 10 anni per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.
La famiglia Spada è nota alle cronache per contiguità con ambienti criminali nel territorio di Ostia e dintorni e per il coinvolgimento in diverse inchieste giudiziarie. All’inizio di ottobre sette esponenti del clan sono stati condannati a complessivi 56 anni di carcere con l’aggravante del metodo mafioso. L’inchiesta, aperta dopo l’aggressione a Massimo Cardoni – gambizzato a colpi di pistola nell’ottobre del 2015 davanti a un supermercato di Ostia – ha portato ad accertare una serie di comportamenti delittuosi tra cui minacce alla violenza sotto varie forme e sfratti forzosi da alloggi popolari.
Per la sua “bravata”, Roberto Spada rischia al momento una denuncia a piede libero per lesioni o un fermo di polizia giudiziaria nel caso vengano riscontrate lesioni gravissime per il reporter della Rai. Per questo gli inquirenti stanno attendendo di conoscere l’entità di tali lesioni per ridefinire eventualmente il reato. Non essendoci flagranza di reato non può, invece, scattare l’arresto. (adnkronos)

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