BORGOSESIA (Vercelli) – Borgosesia ha affollato “casa Turcotti”, sede del Museo del folklore, per ricordare Romano Asuni, giornalista e scrittore, a cinque anni dalla sua morte.
Un appuntamento laico, senza invocazioni né preghiere, celebrato a più voci con attori che hanno letto stralci dei suoi articoli e declamato alcune sue poesie. Più propriamente un “incontro dedicato a Romano” come ha precisato il cartoncino d’invito.
Costantino Muscau, collega di lavoro, ne ha tratteggiato il carattere sentimentale, la sua abilità nel giocare a calcio come portiere, la sua passione per la pesca e la solidarietà dimostrata ai tempi della “cassa integrazione”.
Alberto Regis, dal palcoscenico ha proposto alcune strofe tratte dal libro “parlate con mia madre”, che è presenza senza luogo e senza tempo: chi ha partorito ma anche la natura, il passato e l’ansia di avvenire: “Posso affidare al vento/ parole che, forse, non ti arriveranno?/ Tornate a casa, amici miei/ Parlate con mia madre”.
I musicisti Massimo Bianchi e Jed Distler hanno suonato al pianoforte musiche di Chopin e Litz.
Romano Asuni, laureato in giurisprudenza e giornalista professionista, era originario di Sinnai, provincia di Cagliari. La sua attività era cominciata all’“Unione sarda” che aveva lasciato per l’Editrice Rizzoli, trasferendosi a Roma (prima) e a Milano (poi). Nelle riviste del gruppo aveva ricoperto il ruolo di inviato speciale, caporedattore e vice-direttore. L’ultimo incarico che gli era stato affidato era la direzione del mensile di medicina: “Salve”.
In Valsesia è arrivato con il matrimonio. Ha sposato Alice Freschi che, a Borgosesia è stata prima sindaco, poi vicesindaco con l’amministrazione di Gianluca Bonanno.
Romano, che in Valsesia è rimasto sino alla fine (è scomparso nel 2012, a 72 anni), ha firmato migliaia di articoli e pubblicato alcuni libri che testimoniano la sua sensibilità di scrittore.
“Gli sdrogati” racconta le storie di speranza di alcuni ragazzi, ospiti della casa di San Patrignano che sono riusciti a guarire. Dello stesso tenore: “Mamma eroina”. Interessante l’edizione “Il libro del cuore” e “Caro fanfani”.
“Il ritorno”, invece, è un romanzo che ripercorre la storia di un emigrato. Impossibile non scorgere accenti autobiografici. Romano era rimasto legato ai campanili di casa anche se adorava la Valsesia: due patrie e un pezzo di cuore per ciascuna. (giornalistitalia.it)
Riccardo Del Boca
Riccardo, grazie per l’articolo che mi fa molto piacere.
A presto
Alice
Ricordare Romano è sempre una gioia. Un abbraccio ad Alice.
Grazie Alice del ricordo del mio amico Romano.