TARANTO – Attaccata e insultata via Facebook dopo aver postato alcuni commenti a favore dell’integrazione: vittima dell’aggressione messa in atto, ancora una volta, con l’uso distorto del social network la giornalista Tea Sisto, già caposervizio della redazione brindisina del Nuovo Quotidiano di Puglia, di cui resta una penna di spicco.
“La giornalista – racconta il Nuovo Quotidiano di Puglia – è stata presa di mira dopo alcuni suoi post e commenti a favore dell’integrazione e contro posizioni fasciste e razziste comparse nelle ultime settimane nel capoluogo messapico, a seguito della presa di posizione di due ex amministratori brindisini Massimo Ciullo e Massimiliano Oggiano sull’ipotesi di allestire una tendopoli di migranti nel quartiere Paradiso. Una ipotesi più volte smentita dalla gestione commissariale del Comune ma su cui i due hanno proseguito ad aizzare i cittadini anche nei confronti del parroco del quartiere Don Cosimo Zecca”.
Toni violenti, quelli utilizzati contro la Sisto neo messaggi via social: «Tea Sisto si vergogni di quanto ha appena scritto, perché il suo falso buonismo ci ha portato nelle condizioni in cui l’Italia si trova!!..se realmente una persona ha bisogno, – scrive un utente su Facebook rivolgendosi alla giornalista – accetta qualsiasi aiuto che gli si offre, e non che pretende solo quello che le piace..questa io la chiamo arroganza e se fosse per me io li caccerei a calci nel culo e basta!!!..ha mai invitato qualcuno a pranzo a casa sua e le ha detto che lei cucina da schifo e non ha voluto neanche assaggiare il suo pranzo?…una persona educata e rispettosa del suo invito, mangerebbe anche se non è di suo gradimento senza offenderla!!..Signori si nasce, non lo si diventa diceva qualcuno, ma questi signori, la gran parte e non tutti per fortuna, sono solo dei porci schifosi!!..auguro a lei che mai la violentino o le violentino una figlia, una nipotina o una mamma, poi vedremo se le rimane ancora tanto buonismo.. magari sarà pure contenta!!!».
Immediata la reazione dell’Ordine dei giornalisti e dell’Associazione della stampa di Puglia che esprimono “solidarietà alla collega Tea Sisto che ha ricevuto un pesante e volgare attacco di stampo razzista. I giornalisti – incalzano Odg e Assostampa – si sentono impegnati nel condannare e contrastare il linguaggio che amplificato dalla rete invita alla violenza e semina odio. L’Ordine e l’Assostampa auspicano rapide ed efficaci indagini delle autorità per rintracciare e neutralizzare i propagatori di odio”. (giornalistitalia.it)
FNSI: “UNA ESCALATION INARRESTABILE E PREOCCUPANTE DA DENUNCIARE”
ROMA – «Il fenomeno delle minacce ai giornalisti e degli insulti razzisti e sessisti alle giornaliste che “osano” occuparsi dei temi dell’immigrazione e dei fenomeni di intolleranza e di razzismo sta assumendo dimensioni preoccupanti». È quanto affermano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Siamo di fronte – proseguono – ad una escalation inarrestabile, che nelle ultime ore ha fatto registrare altri tre casi. Tre colleghe, ovvero, oltre a Tea Sisto, Antonella Napoli e Silvia Dipinto, diventate oggetto sui social di insulti e minacce razziste per aver stigmatizzato un manifesto dal contenuto chiaramente razzista di Forza Nuova o per aver intervistato l’imam di Bari, all’interno della moschea, indossando il velo esattamente come tutte le altre donne, comprese le rappresentanti delle istituzioni cittadine che hanno partecipato alla cerimonia religiosa. La solidarietà alle colleghe non basta. Occorre andare oltre e uscire una volta per tutte da un malinteso. Quello secondo il quale il web e i social sono i luoghi dell’impunità. Si può essere o no d’accordo sul contento di un articolo, il lavoro giornalistico è sicuramente criticabile, ma gli insulti, le minacce, il linguaggio sessista non hanno niente a che vedere con la libertà di manifestare il proprio pensiero, garantita dall’articolo 21 della Costituzione. Tutti gli episodi di intolleranza vanno denunciati nelle sedi competenti. L’auspicio è che siano sanzionati in tempi direttamente proporzionali alla velocità dei mezzi con cui vengono diffusi».