RENDE (Cosenza) – Il liquidatore agisce sempre con le tenebre, come il conte Dracula nel celebre romanzo di Stocker. Alle 21.10 del 3 giugno Bilotta ci ha mandato un’altra delle sue e-mail ansiogene, prolungandoci le ferie forzate sino al 7 giugno.
Ancora una volta, quindi, chi non ha più ferie né permessi retribuiti da smaltire come il sottoscritto non viene neppure preso in considerazione, ignorato nella propria dignità umana e professionale. Nello stesso cinismo può leggersi l’assoluta sordità per quanto riguarda la riattivazione del sito.
Ieri l’altro, nel tardo pomeriggio, inoltre, Bilotta ha incontrato una rappresentanza del Cdr informandola che, a breve, verrà convocato un nuovo tavolo di trattativa per la messa in atto dei licenziamenti dell’intero personale. Ma la novità non è questa.
Il liquidatore ha fatto sapere che c’è un anonimo che ha fatto un’offerta per acquistare la testata a 130 mila euro, “casualmente” 10 mila in più di quanto il Bilotta l’aveva valutata dietro nostra richiesta all’ultimo confronto in Prefettura per un nostro acquisto. Inutilmente gli è stato chiesto chi fosse questo nuovo pretendente.
Forte, insomma, il sospetto che si tratti del solito Umberto De Rose: perché altrimenti il nome non verrebbe fuori? Non è forse diritto di un cdr conoscere in quali mani finirà il quotidiano in cui lavorano tutti i giornalisti da esso rappresentati? Certo che è diritto, ma qui, in questa liquidazione, ogni diritto lascia il tempo che trova, ogni impegno viene disatteso. E senza che nessuno intervenga.
Sempre mercoledì, durante, la sua visita in redazione Angela Napoli ha accoratamente invitato la magistratura a fare luce sui tanti passaggi poco chiari nella situazione che stiamo vivendo. E la stessa cosa ha fatto più volte il segretario regionale, nonché vicesegretario nazionale della Fnsi, Carlo Parisi. Speriamo che questi appelli e la nostra protesta non cadano nel vuoto.
Circa un mese fa Bilotta non ha esitato a mandare un “comunicato” (c’era scritto proprio così nell’oggetto dell’e-mail) all’intera redazione in cui mi rivolgeva accuse pesanti, ma specialmente per mettermi in cattiva luce con i colleghi sosteneva che io avessi avuto addirittura pagamenti anticipati rispetto a loro: dal 23 aprile, giorno in cui, secondo contratto, avrei dovuto ricevere il mio quarto stipendio (il 23 di ogni mese dal 23 dicembre in poi), ho ricevuto soltanto metà dello stesso e da allora più nulla.
Quindi accanto alla delazione gratuita, studiata soltanto per indebolire una sacrosanta protesta, anche l’accanimento per crearmi delle difficoltà economiche: sono fuori sede e con un carico familiare piuttosto impegnativo. Ma come gli ho già detto davanti al prefetto e alle autorità sindacali, né io, né chi fra noi giornalisti dell’Ora ha combattuto con costanza e sacrificio la lotta della libertà e della dignità ci arrenderemo. Né gli accorduni, né gli sciacallaggi esterni potranno fermarci.
Presto, che piaccia o meno, al liquidatore o agli eventuali cinici “pupari”, secondo la brillante ricostruzione dei fatti esposta dalla Napoli, torneremo in edicola, sarà una sorpresa. Bella per chi ci ha sempre sostenuto (e ringrazio in modo particolare i nostri 13 mila followers su Facebook e i circa 9 mila che ci leggono sul blog), forse meno bella per cinghiali vari della politica e mediocri della carta stampata che, con armi ed espedienti di basso profilo, non trovano nulla di meglio che osteggiare le idee e la coerenza altrui, vista la pochezza delle proprie. A loro e al nostro caro “nottambulo” liquidatore, poiché non ho mai sofferto di incubi, dico grazie perché le loro azioni non hanno fatto altro che darci maggiore consapevolezza e determinazione nella nostra sfida. (L’Ora siamo noi)
Luciano Regolo