PALERMO – Cari colleghi, vi comunico che non riceverete più molte mail da parte mia. Non sono più il fiduciario Casagit in Sicilia. Non sono bastati i tanti attestati di stima per l’eccezionale lavoro svolto in questi 4 anni (non sono parole mie), non sono bastati i 133 voti avuti, non è bastato l’appoggio del collega Orazio Raffa (136 voti).
È accaduto quanto da me previsto in tempi non sospetti: tre colleghi della consulta appartenenti a una stessa area hanno voluto piazzare la loro bandierina, dando il benservito al sottoscritto per ragioni “politiche” dopo quanto avvenuto a Roma il 4 luglio. Due dei tre fanno parte della consulta uscente e hanno sempre avallato il mio lavoro all’unanimità. Questa volta però, dopo gli apprezzamenti nei miei confronti che ritengo sinceri, hanno affermato che le vicende romane relative alle nomine dei nuovi vertici Casagit e alla riconferma del presidente Cerrato, richiedevano una dura risposta e così Franco Di Parenti (75 voti, quasi la metà dei miei) e Giovanna Genovese (56 voti) hanno deciso (?) che Giuseppe Palomba, di Messina (40 voti), ultimo degli eletti in Consulta, va a ricoprire il ruolo di nuovo fiduciario.
La verità è che quanto accaduto a Roma con l’elezione del Cda fornisce un pretesto “politico” a una decisione presa in separata sede molto prima. E che valore possa avere una decisione politica che colpisce l’anello più debole della catena e cioè una persona come me che in 38 anni di professionismo si è sempre tenuto lontano dalle logiche politiche e correntizie, lo lascio giudicare a voi.
Mi faccio da parte serenamente, da uomo libero, da persona che accetta e rispetta le regole. Mi ero ricandidato convinto che dovessero essere i colleghi, con il loro voto, a dire se meritavo di continuare il mio lavoro di fiduciario. A quasi 60 anni scopro che sono ingenuo a pensarla così. Ho quindi rifiutato il ruolo di vice fiduciario, che non so con quale logica mi è stato offerto. Per garantire la continuità di un impegno, mi è stato detto. Ma come, prima prendi una decisione politica che spacca la Consulta e poi mi parli di continuità? Non è coerente o forse era solo un tentativo di mettere a tacere la coscienza. Ormai il dado è tratto, da questo momento in poi si guarda avanti. Ogni considerazione la lascio a voi. Io non sono capace di dare una spiegazione politica a quanto successo e neppure di buon senso. Vi saluto con animo sereno, buone vacanze a tutti. (giornalistitalia.it)
Giulio Francese
Che titolo azzeccato. Grande è lo sconcerto tra i colleghi siciliani per la “punizione politica” subita da Giulio Francese, nonostante l’affermazione elettorale e la sua storia personale e professionale.
Mi fa piacere constatare che l’indignazione ha oltrepassato lo Stretto. Chissà se chi ha ordito la trama, risponderà dell’accaduto ai giornalisti siciliani.