MILANO – I giornalisti laici della Periodici San Paolo, editore delle testate Famiglia Cristiana, Credere e Jesus, da giovedì a lunedì prossimo, 3 luglio, sono in sciopero. “Una decisione molto grave – affermano i giornalisti – che ha pochissimi precedenti nella storia dei nostri giornali. Siamo arrivati a questo punto perché denunciamo, ormai da tempo, un progressivo deterioramento dei rapporti con i vertici aziendali”.
Nei giorni scorsi, infatti, “l’azienda ha compiuto un atto unilaterale gravissimo nei confronti di noi giornalisti e di tutti i dipendenti della Periodici San Paolo che rischia di compromettere definitivamente la qualità del nostro lavoro a servizio dei lettori, la nostra professionalità e anche il posto di lavoro nonché la serenità delle nostre famiglie”.
“Tutti noi – denunciano i giornalisti della Periodici San Paolo – abbiamo ben presente la situazione difficile in cui versa l’azienda e tutto il comparto editoriale in Italia e per questo, senza tema di smentita, abbiamo dimostrato in questi anni massima disponibilità a collaborare, facendo pesanti sacrifici anche economici e dialogando con i vertici aziendali al fine di poter proseguire il nostro lavoro. Non possiamo fare a meno di osservare però che, a fronte di una crisi che ha investito tutto il mondo dell’editoria, altre aziende l’hanno affrontata non solo con i tagli ma avviando iniziative, lanciando prodotti e nuovi modi di fare comunicazione sul territorio. Il nostro Editore, invece, ha saputo solo agire sul taglio dei costi senza avviare progetti adeguati per il futuro e in grado di mantenere alti il prestigio, la qualità e la tempestività dell’informazione che vi proponiamo da oltre ottant’anni ed è diventata un punto di riferimento per la Chiesa e la società italiane”.
L’Assemblea dei giornalisti della Periodici San Paolo ritiene che “la disdetta e il recesso da tutti i contratti collettivi aziendali, che l’azienda ha comunicato il 28 giugno al Comitato di redazione, è uno schiaffo durissimo ai giornalisti della Periodici San Paolo e soprattutto al direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Rizzolo. La comunicazione dell’azienda, infatti, è arrivata in contemporanea alla presentazione del piano editoriale da parte dello stesso direttore (al quale esprimiamo la nostra solidarietà), vanificandone l’insistito richiamo allo «spirito di squadra, all’entusiasmo, all’armonia e alla fiducia», come lui stesso ha richiamato, necessari collanti per garantire un clima che consenta la realizzazione di prodotti editoriali di qualità”.
Tale comunicazione della Periodici San Paolo, peraltro, il giornalisti la considerano “irricevibile nel metodo e nel merito. Nel metodo, perché l’intera assemblea dei giornalisti ha ben presente la situazione difficile in cui versa l’azienda e tutto il comparto editoriale in Italia e ha dimostrato, in questi anni, massima disponibilità a collaborare, fare pesanti sacrifici e dialogare con i vertici aziendali al fine di poter proseguire il nostro lavoro al servizio dei lettori e superare questa difficile fase. Ben diversa sarebbe stata una richiesta di negoziato senza un’azione unilaterale tanto dirompente nei suoi effetti, sia dal punto di vista formale che sostanziale”. Nel merito, “perché chiede ancora ulteriori pesanti sacrifici ai giornalisti e a tutti i dipendenti della Periodici San Paolo, mortificandone la professionalità, a fronte di un’assenza di progettualità e di prospettive per il futuro”.
I giornalisti chiedono, pertanto, alla Periodici San Paolo di“ ritirare la disdetta dei contratti collettivi aziendali, accettando in questo caso la disponibilità offerta dall’azienda a discutere, e garantendo a nostra volta, fin da subito, la volontà di avviare una trattativa per negoziare qualunque parte degli accordi di secondo livello”.
Per questi motivi l’assemblea dei giornalisti della Periodici San Paolo, riunita in assemblea. ha deliberato all’unanimità di proclamare uno sciopero di tre giorni: giovedì 29 giugno, venerdì 30 giugno e lunedì 3 luglio 2017.
L’azienda, però, definendo “decisione molto grave” quella di proclamare “tre iniziali giornate di sciopero”, afferma che “tutto il comparto editoriale in Italia è fortemente in crisi e anche la nostra azienda ne subisce i pesanti contraccolpi. La nuova legge varata recentemente dal Governo sull’Editoria non ha facilitato la ricerca di soluzioni, anzi ha aggravato la situazione elevando i requisiti per i pensionamenti anticipati dei giornalisti (portandoli da 18 a 25 anni di contribuzione), riducendo i contributi e introducendo forti limitazioni all’utilizzo degli ammortizzatori sociali”.
“Queste modifiche di legge – a giudizio dell’azienda – riducono le possibilità di gestire al meglio la crisi di Periodici San Paolo. Inoltre, nei mesi di gennaio e febbraio 2018 scadranno anche gli accordi interni che regolano attualmente l’applicazione degli ammortizzatori sociali”.
“È doveroso compito dei vertici – aggiunge la Periodici San Paolo – affrontare responsabilmente tutte le questioni decisive per il risanamento dell’azienda. È in questa ottica che sono stati messi sul tavolo anche gli accordi di secondo livello attualmente in essere, procedendo con una loro disdetta al fine di avviare una specifica trattativa sindacale finalizzata alla stipula di un nuovo accordo condiviso e compatibile con le mutate esigenze del contesto normativo, economico, finanziario e di mercato nel quale dobbiamo operare”.
“Tale disdetta – afferma la San Paolo Periodici – ha determinato la decisione dell’Assemblea dei Giornalisti di proclamare lo sciopero ritenendola un «atto unilaterale e gravissimo» nei loro confronti. Come ragionato e più volte fatto presente durante gli incontri, si tratta di un atto formale, dovuto. L’azienda non ha mai dimenticato che i sacrifici comuni del datore di lavoro e dei lavoratori hanno permesso il superamento di momenti difficili, attraverso il dialogo, il confronto, la contrattazione tra le parti. Anche in questo caso vuole seguire lo stesso criterio. Proprio per questo ha fin da subito invitato tutte le parti a calendarizzare una serie di incontri che, dal prossimo settembre alla fine del 2017, permettano di concretizzare questo percorso fatto insieme. Indipendentemente, comunque, dalla presa di posizione dell’Assemblea dei giornalisti, l’azienda ribadisce la volontà di portare a termine l’azione di risanamento al fine di assicurare un futuro stabile. Ma per raggiungere questo obiettivo ritiene indispensabile il contributo e la collaborazione di tutte le parti in causa”.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana si schiera al fianco della redazione e chiede all’azienda di ritirare la disdetta e il recesso dai contratti collettivi aziendali e di aprire un confronto a tutto campo. (giornalistitalia.it)