RENDE (Cosenza) – Sono trascorsi 47 giorni dalla brutale chiusura dell’Ora della Calabria (18 aprile), ma né i cinghiali, né i corvi e gli avvoltoi sono riusciti a piegare i coraggiosi giornalisti che, assieme al direttore Luciano Regolo, da 40 giorni occupano la redazione centrale di Rende in una battaglia, di dignità e di riscatto, contro una vergognosa ingiustizia ai danni della libera informazione.
“Andiamo avanti nella nostra battaglia”, assicura fiducioso Luciano Regolo che, nonostante, l’ostinata decisione del liquidatore Giuseppe Bilotta, di non rimuovere l’illegittimo oscuramento dell’edizione on line, continua a lavorare sul sito “L’Ora siamo noi”, forte di 13 mila seguaci che, quotidianamente, interagiscono con la redazione incoraggiandola a non cedere alla rassegnazione che per tanto, troppo tempo, ha annientato le menti e soffocato la speranza dei calabresi onesti.
A rinnovare il proprio contributo di speranza ai giornalisti in stato di occupazione, è stata ieri l’ex parlamentare e componente della Commissione Antimafia, Angela Napoli, tornata in redazione per rispondere alle domande del direttore in una lunga intervista in diretta web.
“In Calabria deve partire la caccia ai cinghiali feriti”, ha evidenziato l’ex parlamentare, sottolineando che “sul caso dell’Ora la magistratura non può più chiudere gli occhi. Ormai possiede tutti gli elementi per prendere i dovuti provvedimenti”.
L’ex parlamentare ha, quindi, espresso piena solidarietà ai 66 lavoratori – che, ricordiamo, non sono stati ancora licenziati – denunciando “una situazione anomala che, ad oggi, nasconde raggiri non ben definibili ma che continuano a intaccare la libertà di stampa in Calabria e il diritto all’occupazione dei giornalisti”.
Un’intervista a 360 gradi che non ha risparmiato Tonino Gentile, Giuseppe Scopelliti e la Fincalabra con il suo presidente Umberto De Rose (lo stampatore della telefonata che ha dato vita all’Oragate).
“Scopelliti è sempre stato abituato ad avere la stampa dalla sua parte”, ha detto Angela Napoli dell’ex presidente della Giunta Regionale della Calabria condannato, come ex sindaco di Reggio Calabria, a sei anni di reclusione per abuso e falso e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per aver firmato dei bilanci ritenuti falsi.
“Qualche anno fa, quando ero in Futuro e Libertà, organizzai una manifestazione sulla legalità alla quale invitai l’allora presidente Gianfranco Fini e altre personalità. Non invitai Scopelliti perché pensavo già allora che non era la persona più indicata per parlare di legalità. Lui venne lo stesso per salutare il presidente Fini. Quando feci il mio intervento, ringraziai tutti gli intervenuti tranne lui e il giorno dopo i giornali mi attaccarono”. Questo idillio tra Scopelliti e le testate è finito quando “i giornalisti hanno iniziato a pubblicare fatti e inchieste che lo riguardano”.
A fine intervista, il direttore Luciano Regolo ha annunciato la costituzione di un comitato etico sull’editoria, invitando Angela Napoli a farne parte, ed ha assicurato “ai nostri lettori e chi vuole tapparci la bocca” che “l’Ora della resa non avverrà mai. Torneremo presto in edicola. Più forti di prima. Per ridare ai calabresi la libertà di leggere quel giornale che con barbara violenza è stato loro strappato di mano perché era, finalmente, diventato una voce veramente libera contro i poteri forti, oscuri, criminali e gli accurduni”.
“Nel caso in cui ai giornalisti dell’Ora della Calabria non fosse consentito di rilevare la testata – assicura Luciano Regolo – daremo vita ad una nuova iniziativa che metterà insieme il cuore e la mente di un giornale che deve vivere e non può certo morire per decisione dei cinghiali di turno”.
Complimenti, direttore Regolo. Il suo giornale deve aprire per il grande coraggio e per il prestigio che ha. Siamo tutti con Lei e con i suoi lavoratori, speriamo che la giustizia faccia il suo corso e Lei continui ad essere il grande Direttore che è. Buona giornata.