TORINO – “La verità è la cosa più preziosa che possediamo per questo motivo dovremo farne economia”. Citando Marco Twain, il presidente del Consiglio dei ministro, Paolo Gentiloni, è intervenuto ieri sera a Torino, alla cena di gala organizzata a Palazzo Reale in occasione del forum sul futuro dell’editoria, a conclusione dei festeggiamenti per il 150° anniversario della fondazione del quotidiano La Stampa, che ha riunito nel capoluogo piemontese il gotha mondiale del settore.
“Il futuro del giornalismo – ha sottolineato Gentiloni – dipende dal fattore umano, pertanto dobbiamo evitare interpretazioni catastrofiche”. Ricordando lo scoop del Washington Post sullo scandalo Watergate che portò alle dimissioni del presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, il premier ha affermato: “Possiamo chiedere a un software di raccontare una partita di football? Sì, è già accaduto. Possiamo chiedere a un robot di fare il lavoro di Bob Woodward e Carlo Bernstein? Non credo e se anche l’esercizio potrebbe stimolare qualche ingegnere, non mi interessa”.
Gentiloni ha, infine, commentato la fusione tra i gruppi editoriali Itedi ed Espresso. Dall’unione di Itedi (la società che edita “La Stampa” e “Il Secolo XIX”) ed il gruppo L’Espresso nascerà, infatti, Gedi, il leader italiano nel settore dell’informazione, nonché uno dei più grandi in Europa, guidato da Monica Mondardini, come riferito il 5 aprile scorso da Giornalisti Italia che ha pubblicato la lettera spedita dal presidente di Exor, John Elkann, ai soci della holding. Gedi – ha spiegato Elkann – “avrà ricavi complessivi di circa 700 milioni, una redditività tra le più alte del settore, e non avrà debito”.
Paolo Gentiloni definisce la fusione “un’operazione importante che rende il nostro Paese orgoglioso di avere uno dei più grandi gruppi editoriali in Europa. Ho saputo che l’operazione si chiuderà nelle prossime settimane e vi faccio i miei auguri”. (giornalistitalia.it)
Fnsi: «Parole condivisibili, ora seguano i fatti»
«Le parole del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sulla centralità dell’occupazione nei processi di innovazione e di trasformazione in atto nel settore editoriale sono inequivocabili e condivisibili. È auspicabile che alle parole seguano fatti concreti e che il governo affronti il problema del rilancio dell’occupazione, della tutela del lavoro regolare e della lotta al precariato dilagante, rimasto fuori dalla legge di riforma dell’editoria e dai relativi decreti attuativi». Lo affermano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Il sindacato dei giornalisti – proseguono – è pronto al confronto e auspica una discussione aperta e immediata in ogni sede. La qualità dell’informazione, essenziale per il corretto funzionamento di ogni sistema democratico, non può prescindere dalla libertà e dai diritti dei giornalisti, a cominciare dal diritto al lavoro regolare e ad una retribuzione dignitosa». (giornalistitalia.it)