MILETO (Vibo Valentia) – Una festa nella festa, quella organizzata da Mimmo Bulzomì a Mileto in occasione della sesta tappa del Giro d’Italia che ha portato la carovana rosa da Reggio Calabria a Guardia Piemontese Terme. Il patron del ciclismo calabrese ha voluto premiare nell’antica capitale Normanna (1059-1112) i giornalisti da sempre vicini allo sport del pedale e, soprattutto, ad una disciplina che in Calabria ha, ormai, nel solo Bulzomì l’ultimo baluardo di uno sport che, dai gloriosi fasti del passato, negli ultimi anni è piombato al livello più basso della sua storia, sia in termini di attività che di qualità. Lo dicono i numeri, talmente insignificanti da aver fatto perdere alla Calabria, oltre ai Comitati provinciali, persino il Comitato regionale.
Mimmo Bulzomì, storico presidente dello Sporting Club Mileto, patron della “Sei Giorni del Sole” e già presidente del Comitato regionale Calabro della Federciclismo, alla Calabria non ha regalato solo uno dei più attesi e ambiti appuntamenti del ciclismo internazionale d’élite, ma il campionato italiano del 1986 a Mileto e tante, tantissime gare di altissimo livello, organizzate grazie alla fraterna amicizia con i più grandi protagonisti del ciclismo italiano, tant’è che campioni come Francesco Moser e Claudio Chiappucci, tanto per fare due nomi, nella regione sono ormai di casa. Ma, soprattutto, grazie alla preziosa rete di amicizie che Bulzomì ha coltivato negli anni: dallo storico patron del Giro d’Italia, Vincenzo Torriani, come un fratello per lui – tant’è che nel 1981 gli ha fatto conferire la cittadinanza onoraria di Mileto –, a tutti i direttori della corsa rosa. Senza dimenticare il rapporto d’amicizia che legava Mimmo al “pirata” Marco Pantani e del quale è stato testimone delle ultime e tormentate vicende.
È, inoltre, di Mimmo Bulzomì il grande progetto “Una bici per Platì” che, nel 2006, con l’allora presidente del Comitato provinciale di Reggio Calabria, Carlo Parisi, e il campione Francesco Moser regalò una stagione di speranza grazie alla costituzione di una società ciclistica che dotò i ragazzi della cittadina aspromontana di cento biciclette e di tutto l’equipaggiamento necessario a disputare le nove gare organizzate sul territorio fino a quel momento conosciuto soltanto per la ’ndrangheta ed i sequestri di persona. Un evento di risonanza internazionale, perché più volte i ragazzi di Platì furono ospiti d’onore al Giro d’Italia ed ebbero risonanza su tutti i giornali del mondo e nelle dirette televisive della corsa rosa.
A Mileto l’edizione del Centenario della corsa organizzata dalla Gazzetta dello Sport ha dedicato un semplice traguardo volante, ma l’organizzazione e l’accoglienza riservata da Bulzomì ne hanno fatto un evento per molti aspetti abbondantemente superiore a quelli registrati in tante sedi di partenza o di arrivo di tappa. Una città vestita a festa, con tanto di banda musicale di Limbadi, autorità civili, militari e religiose in pompa magna, palco nella Villa Comunale del paese, dirette televisive, esibizione di Peppe Gatto, l’ex ciclista vincitore della “Corrida” che suona l’organetto correndo in bicicletta sui rulli e, soprattutto, pubblico delle grandi occasioni a salutare e omaggiare, per oltre quattro ore, uno sport che non fa pagare il biglietto, fa conoscere le bellezze del nostro Paese e non ammette raccomandazioni o distrazioni di sorta: in bicicletta il brocco non è mai diventato campione.
Mileto in festa ha omaggiato la memoria di Torriani, ma anche di Michele Scarponi, il campione marchigiano, vincitore del Giro d’Italia 2011, recentemente scomparso in un drammatico incidente stradale in allenamento sulle strade di casa.
A ricevere gli artistici premi realizzati per l’occasione dal maestro Antonino La Gamba, nel corso della cerimonia condotta da Salvatore Pedullà, sei giornalisti impegnati a vario titolo nella professione e nel ciclismo: il campione Francesco Moser (ex corridore vincitore del Giro d’Italia, della Milano-Sanremo, di 3 Parigi-Roubaix, 2 Giri della Lombardia, 2 campionati del mondo e 2 record dell’ora), Davide Cassani (ex corridore, direttore sportivo di 3° livello ed attuale commissario tecnico della Nazionale italiana), Beppe Conti (inviato di Tuttosport), Alessandra De Stefano (inviata Rai), Carlo Parisi (tesserato alla Fci da 42 anni, ex corridore, per quasi 23 anni presidente provinciale della Federciclismo di Reggio Calabria – che dalla sua uscita, nel 2013, non ha più i numeri per eleggere il Comitato –, direttore sportivo di 3° livello, attuale direttore di Giornalisti Italia e segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa) e Pier Augusto Stagi (direttore di Tuttobici). Premiati anche il direttore e il vice direttore del Giro d’Italia Mauro Vegni e Stefano Allocchio, i giornalisti calabresi Maurizio Bonanno, Otello Profazio (catastorie) e mons. Luigi Renzo (vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea), l’orafo Gerardo Sacco, l’emittente televisiva LaC (che ha curato la diretta con l’inviato Alessio Bompasso collegato in studio con il direttore Pietro Comito), l’ex dirigente della Fci Domenico Sorace ed i Vigili del Fuoco di Vibo Valentia, veri eroi del nostro tempo. (giornalistitalia.it)