New York Times e Washington Post allontanati dai Kushner, clan del genero di Trump

Affari Usa in Cina, via i giornalisti americani

Jared Kushner con la moglie Ivanka Trump ed il suocero Donald

Jared Kushner con la moglie Ivanka Trump ed il suocero Donald

PECHINO (Cina) – I giornalisti dei quotidiani statunitensi The New York Times e The Washington Post sono stati allontanati da un evento di promozione degli investimenti della famiglia Kushner, il clan del genero del presidente americano, Donald Trump, a Pechino; un evento che era stato presentato come pubblico. Lo hanno denunciato gli stessi protagonisti su Twitter.
L’evento si è tenuto sabato, con la presenza annunciata della sorella di Jared Kushner, che è anche consigliere del presidente americano. Ma quando si sono presentati anche alcuni giornalisti dei due quotidiani americani, questi sono stati allontanati e impediti di parlare con gli investitori presenti. “Ci hanno allontanati dall’evento di Kushner con gli investitori a Pechino dicendo «Non vogliamo fare una scena»”, ha raccontato su Twitter Javier C. Hernández, corrispondente del The New York Times in Cina.
All’evento era presente la sorella di Jared Kushner, Nicole Kushner Meyer, che ha spronato centinaia di cinesi a investire in un progetto immobiliare nel New Jersey, battezzato “Kushner 1”, e che ha ricordato i legami con la famiglia. Il piano è stato, infatti, presentato come “l’offerta più recente della «famosa famiglia»” Kushner e la sorella di Jared ha sottolineato che il progetto “significa molto per me e per tutta la mia famiglia”.
Obiettivo attrarre 150 milioni di dollari. La signora ha anche fatto riferimento al ruolo del fratello come consigliere delegato di Kushner Companies e ha sottolineato che Jared ha abbandonato il suo incarico in azienda per aiutare l’amministrazione Trump. Per ore, i rappresentanti degli affari della famiglia Kushner hanno spronato a investire centinaia di migliaia di dollari nel complesso residenziale in New Jersey e chiedere il visto EB-5, che permette di ottenere la residenza in Usa in cambio di un investimento di almeno mezzo milione di dollari in un’impresa che generi un minimo di dieci impiegati. Criticato dal governo americano, il visto EB-5 è molto popolare tra i “paperoni” cinesi perché alcuni lo utilizzano per trasferire denaro all’estero in maniera illegale. L’evento è tornato a suscitare dubbi sui conflitti di interessi del genero del presidente, che è diventato un pilastro fondamentale del governo Trump in politica estera. (agi/efe)

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