ROMA – Lo choc sui tagli alla Rai si trasformi al più presto in una cura salutare: il Governo metta sul campo una riforma profonda prima che si combinino guai per eccesso di polemiche sui titoli dei media. Se la sfida è per una migliore qualità del servizio pubblico – come ha spiegato oggi il presidente Renzi – la partita non è quella dei “ragionieri tagliatori”.
A questo punto ci siano messaggi ancora più chiari e ci si metta all’opera per rinnovare la Rai e la qualità della legislazione italiana in tema di autonomie e di assetti del sistema e degli equilibri editoriali.
La rivoluzione è necessaria in tema di riorganizzazione e nuova governance del servizio pubblico anche attraverso il nuovo contratto di servizio, nuove norme su antitrust e mercato pubblicitario, conflitto d’interessi, ridefinizione dei poteri di controllo.
Si avvii subito, allora, la discussione di merito, utilizzando positivamente lo choc del recupero di 150 milioni di euro chiesto dal Presidente del Consiglio alla Rai e dando un’agenda precisa nei tempi e nei temi al confronto anticipato sul rinnovo della concessione, cui il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha detto di volersi dedicare con immediatezza.
Renzi, tra una battuta polemica e l’altra nell’acceso dibattito mediatico sui 150 milioni di tagli alla Rai, ha lanciato indicazioni piuttosto interessanti, come la volontà del Governo di non pretendere nomine di direttori di fiducia e di mettere alla porta i partiti dalla gestione e dell’azienda, esigendo una sua organizzazione moderna e efficiente.
Se il discorso sui 150 milioni da tagliare viaggia su questi binari e non su quello dei “ragionieri tagliatori” che pensano in primo luogo ai tagli dei posti di lavoro e portano fuori strada, la rotta sarà quella giusta. Chi, nel settore editoriale privato, ha fatto di questo punto (tagli di organici a prescindere) il suo cavallo di battaglia ha perso e combinato solo pasticci.
Il sindacato dei giornalisti – dall’Usigrai (che organizza i colleghi dell’azienda pubblica) alla Fnsi (organizzazione unitaria della categoria) – sarà ancora in campo per il rinnovamento, nel confronto anche radicale, per la tutela del lavoro ( tantissimo è di buona qualità) dei giornalisti e degli operatori della Rai, in un’azienda finalmente moderna e rappresentativa in tutto il Paese.
Franco Siddi