Tra giornalisti e dipendenti. La Fnsi: “Di nuovo in piazza contro il bavaglio turco”

Turchia: chiesto l’ergastolo per 30 a Zaman

 Erdogan

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan

ANKARA (Turchia) – Il procuratore capo di Istanbul ha chiesto la condanna all’ergastolo per 30 tra giornalisti ed ex dipendenti del gruppo media Zaman, prima commissariato e poi soppresso lo scorso anno per il motivo di appartenere a Fetullah Gulen, imam e miliardario accusato di essere la mente del golpe dello scorso 15 luglio.
L’accusa, per cui è stata chiesta una pena aggiuntiva di 15 anni, riguarda una presunta “partecipazione in organizzazione terroristica”.
Secondo il pubblico ministero il gruppo Zaman avrebbe “usato il giornalismo come un’arma eccedendo i limiti di libertà di espressione e di stampa” al fine di “manipolare la società”, usando termini mirati a “minare la pace sociale e giustificare un golpe”. (agi)

LA FNSI: «NO AL BAVAGLIO TURCO SEMPRE PIU’ SOFFOCANTE»

ROMA – «Il bavaglio turco si fa sempre più soffocante e colpisce chiunque osi manifestare un punto di vista critico rispetto al regime. In questo contesto, appare ancora più drammatica la richiesta formulata dal procuratore capo di Istanbul di condannare all’ergastolo 30 tra giornalisti ed ex dipendenti del gruppo Zaman, di proprietà di Fetullah Gulen». Lo affermano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Il giornalismo – proseguono Lorusso e Giulietti – non è terrorismo e i giornalisti hanno il diritto e il dovere, sancito dalle convenzioni internazionali, di informare i cittadini in maniera corretta e completa: è questo il pilastro su cui si fonda ogni democrazia. La Federazione nazionale della stampa italiana denuncia da tempo le indebite ingerenze del potere politico nei mezzi di comunicazione e le insostenibili condizioni in cui sono costretti a vivere e lavorare gli operatori dell’informazione in Turchia. Per questo, martedì 2 maggio, alla vigilia della Giornata mondiale della libertà di stampa, insieme con tante altre associazioni, saremo ancora una volta in piazza, davanti all’ambasciata di Ankara a Roma e alle sedi consolari della Turchia nelle altre città italiane, per sit-in in contemporanea nel corso dei quali ribadiremo il nostro “No” al bavaglio turco».

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