Giornali: cresce la domanda di aziende che producono informazioni di qualità

Brand journalism: suicidio o opportunità?

Diomira Cennamo

Diomira Cennamo

PERUGIA – Giornalismo e comunicazione d’impresa sono due cose diverse, ma le aziende possono utilizzare le tecniche dell’informazione tipiche dei media tradizionali. La cosa importante è che sia sempre chiaro da chi sia stato prodotto un contenuto. Di “brand journalism” si è parlato a Perugia, in occasione dell’undicesimo Festival del Giornalismo, in un incontro organizzato da Eni e moderato da Daniele Chieffi, responsabile social media management del gruppo.
“Credo – ha dichiarato Marco Alfieri, responsabile media production Eni, in apertura della discussione – che nel mercato della comunicazione ci sia spazio per tutti, ma i giornali devono investire in innovazione: il New York Times, ad esempio, in tre anni ha cambiato completamente la propria struttura. Oggi ha una redazione di 1.300 persone di cui meno della metà sono giornalisti; gli altri sono esperti di big data, comunicazione e social”.
“Il brand journalism è il giornalismo applicato a una marca e racconta sia quello che accade all’interno dell’azienda, sia la realtà dell’azienda sullo scenario sociale e di mercato. Il problema della credibilità del brand journalism non c’è, se viene fatto rispettando i precetti deontologici della professione”, ha affermato Diomira Cennamo, digital media advisor di Scomunicare, secondo cui “solo il 47% dei giornalisti italiani che lavorano nei media tradizionali crede nell’indipendenza della propria testata”.
Per i puristi unire le parole brand e giornalismo è quantomeno ardito, ma le aziende nell’era del digitale fanno sempre più informazione e si raccontano, creando contenuti, interpretando gli interessi del proprio pubblico. Per Carlo Fornaro, Ceo di Scomunicare, “il brand journalism è una grande opportunità perché il digitale, pur avendo messo in crisi il cartaceo, ha creato una maggiore domanda di informazioni credibili e in Italia ci sono tante aziende che producono informazioni di qualità”. (agi)

 

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