COSENZA – Abbiamo assistito, nelle ultime ore, al cambio di direttore della nostra testata Cronache delle Calabrie, alle dichiarazioni dell’editore Francesco Armentano in merito a ciò e alle parole dell’ex direttore Paolo Guzzanti.
Come assemblea dei giornalisti di Cronache delle Calabrie non potevamo non comunicare, anche e soprattutto, pubblicamente ai lettori il nostro punto di vista in merito agli accadimenti che riguardano il giornale per cui lavoriamo.
Situazioni sfuggite di mano nelle ultime ore, decisioni prese e poi revocate senza confronto con l’assemblea dei giornalisti che, nonostante i pesanti problemi, ha garantito con scrupolo e sacrificio l’uscita in edicola di Cronache delle Calabrie. Era necessario un ampio confronto perché non può essere motivo di licenziamento di un direttore la partecipazione o meno ad un convegno. Avremmo voluto discutere insieme a tutti i protagonisti di questa vicenda di linea editoriale, avremmo voluto essere messi al corrente dell’interruzione della trattativa che dava per imminente l’ingresso di nuovi soci nella proprietà del giornale.
Ci dispiace che con l’ormai ex direttore Paolo Guzzanti le cose non siano andate per come preventivato all’inizio di questa avventura editoriale. Un nome prestigioso del giornalismo italiano che decide di tornare a lavorare in Calabria, come fece agli inizi della sua carriera, è stata per noi una grande occasione di confronto. Un confronto che, purtroppo, è durato troppo poco; un confronto che avremmo voluto più costante in redazione.
Il direttore Guzzanti ha affermato di non essere più tornato in redazione per i problemi economici causati dal mancato pagamento delle spettanze da parte dell’editore. Una situazione di cui abbiamo preso atto e anche con rammarico perché, ribadiamo, ci sarebbe piaciuto parlare in un’assemblea dei giornalisti con lui, l’editore e i collaboratori di questa testata. L’occasione è mancata. Questo giornale, come tanti in Italia purtroppo, ha dei problemi di solidità economica. Problemi che, rispetto al quadro prospettatoci all’inizio di questa esperienza, hanno cambiato progetti e obiettivi.
Lo scorso 27 gennaio abbiamo tenuto un’assemblea dei giornalisti dove abbiamo affidato al Sindacato Giornalisti della Calabria un pacchetto di dieci giorni di sciopero perché, al primo stipendio non pagato, abbiamo voluto guardarci negli occhi e capire cosa fare. Abbiamo avuto posizioni divergenti fra di noi come capita in tutte le assemblee, ma è emerso un messaggio chiaro: il lavoro va retribuito.
Gruppi imprenditoriali si sono avvicinati al giornale, hanno effettuato alcuni investimenti che hanno permesso di portare a casa lo stipendio di novembre e dicembre per gran parte dei redattori.
Ci auguravamo che anche tutti i collaboratori, i poligrafici e gli amministrativi che lavorano per Cronache delle Calabrie venissero pagati. Non è stato possibile, ci ha comunicato la società annunciandoci trattative per l’ingresso di nuovi soci.
Non si può certamente tollerare che si possa lavorare con tre mesi di ritardo negli stipendi su neppure sei mesi maturati dai redattori o casi di collaboratori mai retribuiti. Una situazione che, nonostante impegno e buona volontà, è diventata insostenibile.
In questo clima, tutto il personale ha garantito alla proprietà e, soprattutto ai lettori, un prodotto nuovo e con margini di miglioramento. Ma solo con gli investimenti sono possibili i salti di qualità. A chi ci ha additato dicendoci che “sapevamo cosa andavamo a fare” o altre frasi tipo “protestate già al primo stipendio non pagato”, abbiamo risposto e continuiamo a rispondere che abbiamo creduto che Francesco Armentano cercasse il riscatto personale dopo le vicende che lo hanno coinvolto nella chiusura de Il Garantista e che sì, i giornalisti (ma ci permettiamo estendere il concetto a tutti i lavoratori), hanno il dovere di protestare subito se non vengono pagati. Anche al primo mese.
Ognuno di noi viene da esperienze editoriali tormentate (verrebbe da dire che, in Italia, sembra impossibile non averne), e oggi nessuno di noi può permettersi gli errori del passato. Non può permettersi di svendere la propria professionalità. È giusto da parte nostra sottolineare che, in questi mesi in edicola, è sempre stata rispettata la libertà professionale dei redattori.
Spiace vedere andar via Guzzanti che salutiamo con affetto, gratitudine e dolenti che i problemi con la società editrice non abbiano permesso il necessario confronto costante. Spiace che la To Press non abbia ancora saldato tutte le spettanze che giornalisti, collaboratori, poligrafici e tutti coloro che risultano alle sue dipendenze, hanno maturato e confidiamo che, con o senza ingresso di nuovi soci, lo faccia al più presto.
Su tutto questo restiamo vigili e siamo grati al Sindacato Giornalisti della Calabria per il supporto costante. Questo comunicato ci permette inoltre di fare, pubblicamente, gli auguri al nuovo direttore Francesco Graziadio, già caporedattore di questa testata, nel quale confidiamo soprattutto in materia di autonomia del corpo redazionale. Graziadio conosce molto bene i problemi di questo giornale e ci aspettiamo di trovarlo al nostro fianco anche quando reclameremo ciò che ci è dovuto.
In ultimo, a tutti, ma proprio a tutti, ribadiamo, ricordiamo e informiamo che a nessuno è consentito mettere in dubbio la nostra moralità, la nostra professionalità e il nostro diritto/dovere di informare e di essere retribuiti per fare tutto questo. Solo il lettore può bocciare il nostro lavoro. È sua l’ultima parola sul nostro operato.
Assemblea dei giornalisti
di Cronache delle Calabrie
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