ROMA – La crisi dell’informazione e i nodi della definizione del nuovo Contratto giornalistico: questi i “convitati di pietra” della 69^ Assemblea nazionale dei delegati Casagit, riunita a Roma.
Nell’aprire l’incontro, il presidente della Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani, Daniele Cerrato, ha evidenziato come il bilancio consuntivo 2013 sia in attivo di oltre 2 milioni di euro, nonostante alcuni dati preoccupanti: calano i soci contrattualizzati (-681 rispetto al 2012) e i contributi nel loro complesso (-1,5%). Salgono i pensionati (+304 unità) e aumentano i costi per le prestazioni (+1,9%).
I delegati hanno, quindi, approvato il Bilancio consuntivo 2013 e detto “sì” alla modifica degli articoli 1, 23 e 36 dello Statuto, proposta dal Cda.
“Modifiche – ha chiarito il direttore generale Francesco Matteoli – che daranno la possibilità di mettere a disposizione di altre categorie professionali le nostre competenze, senza snaturare la qualità delle prestazioni nei confronti dei giornalisti e senza mettere a rischio minimamente il capitale della Casagit e permetteranno una maggiore flessibilità per il sistema dei nostri investimenti finanziari migliorandone il rendimento”.
Risultati ottenuti grazie a una attenta gestione fatta di azioni mirate alla ottimizzazione dei costi. Tra queste una nuova politica di convenzioni, di orientamento per i soci e una estrema cura alla spesa. Misure che, tuttavia, in futuro potrebbero non essere sufficienti a garantire l’equilibrio dei conti. Nel 2014, anno di picco per alcune prestazioni, in particolare per i ricoveri, il Preventivo indica, in via prudenziale, un passivo di 797mila euro, con un’ulteriore diminuzione delle entrate dello 0,2%, un maggior numero dei pensionati assistiti e prestazioni in salita del 3,3%.
CERRATO: “LA CASAGIT, UNA STAMPELLA IMPORTANTE”
“La Casagit – ha detto Cerrato – è, nella realtà, una stampella sempre più importante del nostro reddito e anche del Servizio Sanitario Nazionale visto che già oggi, nel 53% dei casi, va a colmare le falle dell’assistenza statale. E tutto questo mentre la nostra categoria sta diventando più anziana e povera. La Casagit, nonostante tutto, continua ad essere la cassaforte della solidarietà. Vanno in questa direzione anche i tre nuovi profili assistenziali (ai quali ci si può iscrivere fino al 30 giugno 2014), nati per riaprire le porte della Casagit anche ai giornalisti freelance, precari, con contratti atipici in genere, e che hanno già registrato 900 adesioni”.
SERVENTI LONGHI (INPGI): “USCIAMO INSIEME DALLA CRISI”
Quanto sta facendo Casagit è positivo, ma il “futuro che abbiamo davanti si annuncia difficilissimo”, ha ammonito Paolo Serventi Longhi, vicepresidente Inpgi, che ha messo l’accento sul “senso di unicità con il quale la Cassa dei giornalisti e l’Inpgi stanno affrontando la crisi. O ne usciamo insieme o insieme verremo spazzati via, perché è tutto il sistema ad essere in discussione”.
Serventi Longhi ha ricordato la recente approvazione del bilancio consuntivo dell’Istituto nazionale di previdenza della categoria che si è chiuso con un attivo di oltre 40 milioni di euro.
“Un risultato – ha detto – ottenuto anche grazie alla politica di investimenti nel settore immobiliare”, e ha concluso richiamando l’urgenza “di rinnovare il Contratto Nazionale di Lavoro”.
Appello fatto suo da Paolo Piero Pirovano, segretario del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che ha parlato di un “quadro che si fa sempre più fosco”.
BOSSA (UNGP): “OK, MA CI VUOLE PIU’ COLLABORAZIONE”
Guido Bossa, presidente Unione nazionale giornalisti pensionati, ha apprezzato il “bilancio ancora positivo” della Cassa, “ottenuto grazie alle politiche messe in campo dalla dirigenza. Ma la preoccupazione per il futuro è forte e per questo Casagit, Inpgi, Fnsi, Odg dovranno rafforzare la loro collaborazione. Solo così potremo uscire da questa difficile situazione. Come pensionati – ha detto – ci mettiamo a disposizione”.
SIDDI (FNSI): “IL GOVERNO DEVE FARE LA SUA PARTE”
Franco Siddi, segretario generale Fnsi, ha confermato le preoccupazioni espresse negli altri interventi e ha parlato del difficile iter del nuovo Contratto Nazionale di Lavoro.
“Stiamo lavorando per puntellare il sistema e incentivare l’occupazione – ha dichiarato – ma la situazione è grave. Le imprese chiudono, le cose peggiorano di mese in mese. Molti dei nostri colleghi – ha detto rispondendo alle critiche ricevute sulla trattativa con gli editori – devono essere meno egoisti. Solo grazie alla solidarietà possiamo reggere i colpi di una crisi che è sconvolgente. Lo abbiamo fatto in questi ultimi anni, continueremo a farlo”.
Il Segretario Fnsi ha descritto le difficoltà per arrivare alla firma del nuovo contratto di lavoro ma, ha assicurato, “vogliamo puntare sull’occupazione, pensare ai giovani sperando che possano lavorare e versare contributi per i prossimi 40 anni… E’ su questo che stiamo facendo gli sforzi maggiori, tra mille difficoltà, ma dobbiamo essere aperti a nuove soluzioni. Invece – ha dichiarato – veniamo ostacolati anche da polemiche sterili di colleghi. Dobbiamo far convivere le richieste degli editori, che vogliono più flessibilità aiutati dalle nuove leggi sul lavoro e il nostro bisogno di stabilità per mantenere in equilibrio i conti e continuare a garantire l’assistenza sanitaria, le pensioni, gli ammortizzatori sociali”.
Siddi chiama in causa il Governo: “Deve fare la sua parte perché da soli non c’è la facciamo nella nostra opera di puntello del sistema, fino a che non si uscirà da questa crisi infinita”.