REGGIO CALABRIA – Un interessante viaggio nella storia, tra mezze verità, assurdità e bugie, tante bugie. Un “viaggio” che ha coinvolto gli studenti delle quarte e quinte classi del Convitto nazionale di Stato Tommaso Campanella di Reggio Calabria, durante l’incontro promosso dal Sindacato Giornalisti della Calabria e dallo stesso Istituto scolastico, con lo storico e giornalista Lorenzo Del Boca, a cui si devono tanti libri – da “Maledetti Savoia, benedetti Savoia” a “L’esercito dei terroni” passando per “L‘Italia bugiarda” – tesi a smascherare, appunto, le menzogne della storia.
La dirigente dell’Istituto, Francesca Arena, aprendo l’incontro, ha evidenziato “l’importanza dell’evento, organizzato affinché i ragazzi possano leggere la storia in maniera inconsueta, senza edulcorazioni”.
Il profilo di Lorenzo Del Boca è stato, quindi, tracciato dalla professoressa Maria Livia Bartolomeo, docente di Lettere al Campanella, che, presentando il presidente emerito dell‘Ordine nazionale dei giornalisti, ne ha sottolineato il valore di “storico che guarda la storia con occhi limpidi e mette in risalto, spesso, ciò che i libri di scuola non riportano”.
Nei libri “Il sangue dei terroni” e “Maledetta guerra”, ha spiegato la professoressa Bartolomeo, Del Boca fa notare che “la maggior parte delle vittime della prima guerra mondiale proveniva dal meridione: più che persone, furono carne da cannone, vittime di errori, intrighi e bugie”.
“Nel libro ‘L’Italia bugiarda’ – ha proseguito la professoressa Bartolomeo – l’autore rende evidenti gli scandali avvenuti dal risorgimento sino all’epoca moderna. Mentre in ‘Maledetti Savoia, benedetti Savoia’ Del Boca, ripercorrendo l’unità d’Italia, mostra come la stessa sia stata un’annessione forzata e come l’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele, avvenuto a Teano, sia un falso storico”.
“Tra fare il giornalista o lo storico – ha subito chiarito ai ragazzi Lorenzo Del Boca – non vi è una grande differenza, poiché entrambi raccontano fatti di cronaca, recente o del passato. Allo stesso modo essere revisionista della storia non vuol dire cancellare il passato, ma aggiornarlo a fronte di documenti e notizie nuove”.
“In Italia – ha detto, ancora, Del Boca – essere ‘revisionista della storia’ è un’accusa da cui bisogna difendersi, ma cosa sarebbero la scienza, la medicina, la fisica senza le numerose revisioni susseguitesi nel tempo, che hanno permesso di compiere importanti passi in avanti e migliorare la vita dell’uomo e non solo?. Studiare la storia – ha spiegato lo storico e giornalista piemontese – aiuta la crescita educativa e formativa e il suo revisionismo insegna a dubitare di ciò che leggiamo o ascoltiamo, ponendoci di fronte ad essa con spirito dubitativo e critico”.
Una lezione anomala e illuminante, quella di Del Boca agli studenti del Campanella, che si sono lasciati trasportare, con entusiasmo e grande attenzione, in un viaggio nel tempo che, partendo dalla storia antica, è arrivato sino ai giorni nostri.
Muzio Scevola, gli specchi ustori di Archimede, Leonida e i suoi trecento Spartani, l’incontro di Garibaldi e Vittorio Emanuele: sono soltanto alcune delle numerose “false verità” su cui si è soffermato Del Boca, il quale, durante la sua esposizione storica dei fatti, ha utilizzato molti esempi per far capire agli studenti che ciò che abbiamo studiato sui libri di storia era pressoché impossibile da realizzare o, addirittura, mai avvenuto o esistito.
Un’ampia finestra temporale Del Boca l’ha aperta sul Risorgimento italiano, scaturito, secondo lo storico, non dalla necessità di unire l’Italia, ma, fondamentalmente, “per assimilare e distruggere la fiorente economia meridionale”.
Lo storico è un profeta che guarda indietro: così tante pagine della nostra storia sono state analizzate da Lorenzo Del Boca, che ha fatto emergere tanti corsi e ricorsi storici, ovvero crack finanziari, truffe, soppressioni di enti e servizi, disastri ambientali.
“Siamo, praticamente, di fronte – ha sottolineato lo storico – a fatti di cronaca recente, già avvenuti anni addietro. Il passato, insomma, non ci ha insegnato nulla”.
Pur con le sue “false verità”, però, “la storia va amata e studiata – ha rammentato ai ragazzi la professoressa Maria Leda Lanucara, che insegna Lettere al Campanella, – poiché senza conoscere ciò che è accaduto nel passato non si può capire il presente”.
La professoressa Lanucara ha, inoltre, spiegato che “all’interno dell’istituto è stato creato un laboratorio di lettura per incentivare l’amore per la lettura tra i ragazzi”. Inoltre, ha proseguito la professoressa Lanucara, “i giovani partecipano ad un laboratorio giornalistico che li vede impegnati nella lettura dei quotidiani, in adesione al progetto dell’Osservatorio permanente Giovani editori di Firenze, e nella redazione di articoli giornalistici”.
A porre l’accento sull’“importante lavoro formativo svolto dall’Istituto, di basilare importanza in un paese in cui il livello culturale tende a scemare per svariate cause” è stato Carlo Parisi, segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa italiana e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria.
“Lorenzo Del Boca – ha sottolineato Parisi nel suo intervento – è uno storico e giornalista libero, che, svolgendo appieno il ruolo di cronista, raccoglie informazioni e verifica le fonti e questo, a volte e purtroppo, non accade. Lo prova il fatto che spesso si commette l’errore di scrivere libri e articoli senza avere la necessaria documentazione, sottostando, ahinoi, ai voleri dei poteri forti”.
È stata la risposta, anche questa forte e chiara, di Lorenzo Del Boca ad una delle tante domande dei ragazzi a chiudere un incontro “assolutamente da ripetere”. Agli studenti che gli hanno chiesto “perché, ancora oggi, sui libri di storia, nonostante nuovi documenti e altre fonti d’informazione, siano riportati fatti mai accaduti e nascoste verità scomode”, è seguita, lapidaria, la risposta di Del Boca: “Perché vincitori e poteri forti temono le verità”. (giornalistitalia.it – foto: Marco Costantino per Giornalisti Italia)
Giorgio Belmonte