L’ex segretario Fnsi boccia anche l’«insultante attacco alle redazioni dei Tg regionali»

Siddi: “Merlo non degno dei soldi che ha avuto”

Franco Siddi

Franco Siddi

ROMA – Le parole di Francesco Merlo “hanno un solo pregio: quello di evidenziare la libertà garantita dalla Rai nell’apertura a tutte le voci, anche a quelle di chi ha avuto l’onore di poter dare una mano per riformarla e si rivelato evidentemente fuori luogo, se non scarsamente degno dell’opportunità e dei soldi che ha avuto per il suo incarico”.
È quella di Franco Siddi la prima voce dall’interno del Cda Rai che replica alle parole di oggi dell’editorialista del quotidiano “la Repubblica” che, nel corso della trasmissione “In mezz’ora” su Rai3, ha parlato di “stalking corporativo” da parte di sindacato dei giornalisti, Cda e commissione di vigilanza nei suoi confronti e verso Carlo Verdelli “perché ci consideravano degli intrusi e hanno fatto di tutto perché ci dimettessimo”.
Il riferimento di Merlo era al progetto di riforma del sistema news del servizio pubblico, a cui stava lavorando insieme a Verdelli, a capo della direzione editoriale per l’informazione Rai e dimessosi martedì scorso.
L’ex segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, sottolinea all’Agi che “la replica più giusta l’ha data l’Usigrai”, che ha parlato di “Merlo senza vergogna, che ha contrattato uno stipendio da 240mila euro e clausole uniche nella storia del Servizio pubblico e che come il peggiore dei marinai ha abbandonato la nave un attimo prima del naufragio”. Quindi il consigliere di viale Mazzini aggiunge che, evidentemente, “è la conferma che la Rai non aveva bisogno di figure così, visto che continuano a parlare di una realtà che chiaramente si insiste a non voler conoscere”.
A proposito di un passaggio delle parole di Merlo riferite alle sedi regionali – le ha definite “vere sedi regionali dei partiti”, una sorta di “piccole fabbriche” del sistema che mette insieme politica e Rai – Siddi parla di “insultante e inaccettabile attacco alle redazioni regionali” e ricorda che il piano di riforma delle news portato all’esame del Cda e lì però messo in discussione, “non solo conserva fisicamente tutte e 21 le sedi regionali e quelle delle province autonome ma aggiunge decine di redattori nei centri intermedi, quasi una creazione di nuovi feudi per non si capisce di chi…”.
Inutile, quindi, a giudizio di Franco Siddi “sprecare parole per chi non saputo portare rispetto a questa Rai così libera che gli ha dato libertà di parola senza che l’avessero altri che la pensano diversamente. Un privilegio per personaggi che ormai si comportano da casta. Si ricordino – conclude Siddi – questa Rai così illiberale e ‘renziana’ che rappresenta l’unico posto dove parlano i suoi nemici…”. (agi)

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