ROMA – Da un silenzio inquietante a risposte reticenti. Avevamo chiesto ai soci della Nie chiarezza sul futuro del nostro giornale e dei suoi lavoratori. Niente di tutto questo è avvenuto. La proprietà continua a giocare sulla pelle dei lavoratori de “l’Unità”. Il futuro del giornale è oggi più che mai a rischio.
Se l’Unità è in edicola è solo per il senso di responsabilità e per l’amore verso questa testata di giornalisti e poligrafici che continuano a lavorare senza ricevere gli stipendi. Per la prima volta nella storia del nostro giornale siamo stati costretti a scioperare tre volte in un mese. E una quarta giornata di sciopero è stata indetta per venerdì 30 maggio.
Lo abbiamo fatto, insieme allo sciopero delle firme che andrà avanti ad oltranza, perché lo spettro della chiusura viene agitato da più parti. Lo abbiamo fatto per mettere tutti di fronte alle loro responsabilità. I soci della Nie ma non solo.
Al Partito democratico, dal quale pure in questi giorni sono giunte parole di solidarietà, diciamo che questo è il momento in cui deve dare prova concreta dell’asserita volontà di contribuire a garantire un futuro a “l’Unità”. Non è più tempo di parole. Non è più tempo di rinvii.
L’11 febbraio abbiamo festeggiato i 90 anni del giornale fondato da Antonio Gramsci. Ci batteremo contro chiunque voglia celebrarne il funerale.
Il Cdr de “L’Unità”
L’Unità: il 24 maggio conferenza stampa alla Fnsi
La vertenza dell’Unità sarà al centro di una conferenza stampa, sabato prossimo, 24 maggio, alle 11.30 nella sede della Federazione nazionale della stampa, a Roma, con il comitato di redazione dell’Unità e il presidente della Federazione nazionale della Stampa, Giovanni Rossi.