RAGUSA – “Finalmente si mettono nero su bianco dei fatti che per me sono stati sconvolgenti e hanno rappresentato una paura infernale. Questo fardello non mi ha impedito di continuare a svolgere il mio lavoro di giornalista, con la schiena dritta e con la voglia di raccontare ciò che vedo”. Paolo Borrometi, collaboratore dell’Agi e direttore del sito LaSpia.it, che vive sotto scorta per i suoi articoli contro la mafia – commenta così l’udienza di ieri, al Tribunale di Ragusa, che ha raccolto la sua lunga deposizione quale parte offesa nel processo al boss di Vittoria Giambattista Ventura, accusato di gravi minacce al giornalista.
Sollecitato dalle domande del Pm Valentina Sincero, ha ricostruito davanti al Tribunale la genesi delle intimidazioni. Tutto sarebbe incominciato da una “pubblica inchiesta che faceva riferimento al ritorno in libertà del signor Angelo Ventura, figlio dell’imputato e su un agenzia di pompe funebri che portava il nome Ventura; secondo le mie fonti non era di esclusiva proprietà di Maurizio Angelo Cutello, ma invece nei fatti era al 50 per cento di proprieta di Ventura”.
I primi messaggi di minaccia sarebbero arrivati “dopo un articolo che parlava della presenza al mercato ortofrutticolo della criminalità organizzata, pregiudicati e pluripregiudicati”. Poi una lunga e inquietante serie di minacce ripercorse in aula che Borrometi riconduce a Giambattista Ventura e alla sua famiglia: «“Ti scippo la testa anche all’interno del commissariato di Vittoria”, mi scrisse, “ti puoi portare anche l’esercito, la testa te la scipperò lo stesso”. Ecco, ho avuto paura».
Momenti di nervosismo quando l’avvocato Distefano, difensore di Giambattista Ventura ha chiesto a Borrometi se era a conoscenza di alcune sentenze di assoluzione rispetto al 416bis per Filippo Ventura, fratello di Giambattista Ventura e quali erano le fonti utilizzate per indicare le reggenze o presunte tali dei clan mafiosi. Borrometi cita in rapporti di Dda e Dia. Ventura alza la voce dalla gabbia in cui è rinchiuso e dalla quale assiste alla testimonianza. Viene subito zittito dal presidente del collegio, Saito.
Nel corso dell’udienza è stato sentito anche l’ispettore capo della polizia postale, Tomaselli, oltre a Cutello, ex socio di Ventura nell’agenzia di pompe funebri. La prossima udienza verrà celebrata l’8 novembre alle 11.30; è prevista l’audizione di quattro testimoni di giustizia.
“Per chi crede nella giustizia come me – ha detto fuori dall’aula Paolo Borrometi – oggi è una giornata importantissima”.
Gli avvocati di Giambattista Ventura, Giuseppe Distefano e Maurizio Catalano non hanno inteso rilasciare alcuna dichiarazione “in ossequio – hanno detto – al codice deontologico forense, tenuto conto che i processi penali si celebrano nelle aule di giustizia”. (Agi)
Lumia (Pd): “Giornalismo d’inchiesta risorsa da sostenere”
RAGUSA – Il senatore Pd Beppe Lumia, già presidente della commissione antimafia conosce fatti e circostanze legate alla mafia del Ragusano perché oggetto anche di una delle sue interrogazioni parlamentari. “Il giornalismo di inchiesta – dice Lumia – è una risorsa quando è documentato, serio e approfondito ed è risorsa preziosa che va sostenuta e garantita nell’esercizio sacro dell’informazione”.
Su Paolo Borrometi aggiunge: “Contro le mafie l’informazione libera fa male e Borrometi ha saputo svolgere questa funzione con intelligenza e un approccio serio e documentato. Avevo fatto una interrogazione parlamentare con tutti i nomi e cognomi di questi mafiosi compreso quello di Ventura. Questi fatti mi trovano ancora più consapevole dei rischi che corre Paolo”.
La Fnsi parte civile e “scorta mediatica” di Borrometi
RAGUSA – Il 26 maggio scorso la Federazione nazionale della stampa italiana ha presentato richiesta di costituzione di parte civile nell’ambito del processo contro i presunti autori delle minacce e delle aggressioni nei confronti del collega Paolo Borrometi. “Un messaggio a tutti i colleghi per ribadire loro che non sono soli contro chi vorrebbe metterli a tacere”, ha affermato il segretario generale Raffaele Lorusso sottolineando che “si tratta di un primo passo verso la costituzione di uno sportello europeo a sostegno dei cronisti che subiscono minacce o aggressioni”.
Presente a Ragusa con il presidente Giulietti, la Fnsi, “grazie alla scelta del segretario generale Raffaele Lorusso, condivisa da tutti, per la prima volta – ha detto – si costituisce parte civile e il Tribunale di Ragusa riconosce l’interesse pubblico nelle minacce che Paolo, nell’esercizio della sua professione, ha dovuto subire perché con le sue inchieste ha infastidito le mafie”.
Federazione Antiracket al fianco dei giornalisti minacciati
RAGUSA – Mauro Magnano, vicepresidente nazionale e segretario regionale della Federazione antiracket, si è recato anche lui nell’aula del Tribunale di Ragusa per il processo al boss Giambattista Ventura, accusato delle minacce al giornalista dell’Agi Paolo Borrometi.
“Siamo al fianco di Paolo e dei giornalisti minacciati – dice – perché sono in prima linea come i commercianti. Qui nel Ragusano sembrava che la mafia non esistesse. Ma noi pizzo e mafia le conosciamo; come diceva Borsellino, bisogna parlarne perché altrimenti è come non esistessero”.
Fondazione Caponnetto: “Mafia: “Lottiamo con lui”
RAGUSA – La Fondazione Caponnetto è presente in modo massiccio al processo che vede come parte offesa Paolo Borrometi, collaboratore dell’Agi. C’è il presidente Salvatore Calleri, ma anche i referenti della Fondazione per Palermo, Catania e la Gran Bretagna, Giusi Badalamenti, Sandro Distefano e Claudio Loiodice.
“Non permetteremo che la mafia tocchi un capello a Paolo, amico e membro del nostro ufficio di presidenza. In particolare seguiamo Paolo e il suo caso – spiega Calleri – da quando è sorto e per lui ci siamo battuti sin da subito. In una terra come quella di Ragusa non abituata ad avere la mafia nel suo territorio, si ha difficoltà a seguire queste tematiche, e lo stesso avviene nel centro-nord. Ma la mafia qui, nella provincia definita «babba», stupida, esiste e che la situazione sia totalmente diversa lo abbiamo scoperto anche attraverso le inchieste di Paolo sul sito Laspia”.
Mario Giarrusso (M5s): “Sosteniamo un cronista coraggioso”
RAGUSA – Nell’aula del Tribunale di Ragusa, dove si svolge l’udienza del processo al boss di Vittoria Giambattista Ventura, per le minacce al collaboratore dell’Agi Paolo Borrometi, c’è anche il senatore del Movimento 5 Stelle, Mario Giarrusso, componente della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere, e della commissione Giustizia. “Sosteniamo un giornalista che fa il proprio dovere con coraggio e schiena dritta – dice Giarrusso – e per questa ragione ha dovuto lasciare la propria terra, ha subito pesantissime minacce e vive sotto scorta. Vogliamo fare sentire fisicamente la nostra presenza e quella di tutto il Movimento 5 stelle”. (Agi)