ROMA – “Il voto a favore delle nomine proposte dal direttore generale per le direzioni di alcune direzioni di testate Rai era, giocoforza, doveroso per evitare una crisi alla Rai in nome della politica e, al tempo stesso, rischiare di lasciare redazioni importanti con direzioni depotenziate”. Lo ha dichiarato all’Agi, Franco Siddi, consigliere d’amministrazione della Rai, che oggi ha votato a favore delle proposte di avvicendamento formulate da Antonio Campo Dall’Orto per Tg2, Tg3, Radio1-Gr e Rai Parlamento, oltre che per le conferme dei direttori di Tgr e Tg1.
“Mi sarebbe piaciuto – tiene a sottolineare Siddi – poter arrivare in modo diverso agli avvicendamenti delle direzioni, ma discutere oltre sui temi di fondo era diventato impraticabile nel momento in cui dai consiglieri eletti dalla minoranza parlamentare è stata innalzata la bandiera dell’opposizione che altri legittimamente tengono in Parlamento”.
L’ex segretario generale della Fnsi spiega che “a questo punto era evidente il supporto al direttore generale con il parere positivo alle nomine da lui indicate, anche nel rispetto delle attribuzioni di legge. Se tutto si riduce ad una camicia di forza in nome di schieramenti che devono essere estranei alle scelte dei direttori, tutto si complica”.
Siddi riconosce che il sì alle proposte di Campo Dall’Orto “è stato anche un percorso sofferto perché sarebbe stato bello dopo un anno avere già un piano dell’informazione tutto nuovo”, ma dice anche che “bisogna prendere atto che le stesse nomine si inseriscono in un cambiamento work in progress”.
Il consigliere d’amministrazione della Rai ribadisce, quindi, quanto ha detto oggi in sede di Cda, e cioè che “va dato atto ai direttori uscenti di aver interpretato appieno il mandato a suo tempo ricevuto, dando lustro alle testate che hanno diretto e per le quali hanno offerto prove importanti”.
Quanto ai nuovi direttori, “va affidato loro un mandato chiaro per la completezza, la correttezza e il pluralismo dell’informazione, e che nessuno, anche in riferimento alle polemiche del giorno, deve interpretare il proprio ruolo come un agente politico tale da qualificare la propria testata come un giornale schierato per il sì o per il no al futuro referendum”.
Per Franco Siddi, invece, il servizio pubblico “deve garantire nella sua articolazione plurale un’informazione corretta e chiara, capace di garantire discernimento”. (Agi)