Istituito il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. Domani il resto

Ddl Editoria, il Senato ha approvato l’articolo 1

SenatorotativaROMA – Il Senato ha approvato stasera l’articolo 1 del ddl n. 2271 sull’editoria, già approvato dalla Camera dei deputati che “Istituisce il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, alimentato da risorse statali già destinate all’editoria e all’emittenza locale, da un contributo di solidarietà a carico delle società concessionarie di raccolta pubblicitaria e per una parte, fino a un massimo di cento milioni, dalle maggiori entrate del canone Rai. Sono ammesse al finanziamento le cooperative di giornalisti, gli enti senza fini di lucro, le imprese editrici espressione delle minoranze linguistiche, i periodici per non vedenti, le associazioni per i consumatori, i giornali in lingua italiana diffusi all’estero”.
Tutti gli emendamenti volti a ridurre la discrezionalità dei contributi sono stati respinti e l’esame del testo proposto dalla Commissione è stato interrotto, alle ore 20.09, per consentire ai senatori di partecipare alla riunione della Commissione di Vigilanza Rai. I lavori riprenderanno domani, giovedì 4 agosto, alle ore 8.30.

Roberto Cociancich

Il relatore, sen. Roberto Cociancich (Pd), ha riferito sul contenuto del provvedimento anticipando gli articoli che saranno sottoposti ad approvazione domani: “L’articolo 2 conferisce deleghe al Governo per ridefinire la disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria e dell’emittenza locale, per riordinare la disciplina pensionistica dei giornalisti, che dovrà allinearsi con la disciplina generale, e per razionalizzare composizione e competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. L’articolo 3 detta disposizioni per il riordino dei contributi alle imprese editrici; l’articolo 4 introduce un riferimento all’equo compenso dei giornalisti; l’articolo 5 punisce l’esercizio abusivo della professione di giornalista; l’articolo 6 detta nuove disposizioni per la vendita dei giornali, prevedendo la liberalizzazione degli orari e dei punti vendita. La Commissione ha previsto un parere parlamentare rinforzato sul decreto che definisce requisiti e modalità dei finanziamenti; ha fissato in 60, anziché 36, il numero massimo dei componenti del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti, del quale deve far parte un rappresentante delle minoranze linguistiche; ha previsto che la prima rata del contributo sia pari al 50 per cento; ha introdotto l’articolo 6-bis, in base al quale l’affidamento in concessione del sevizio pubblico radifonico, televiso e multimediale ha durata decennale ed è preceduto da una consultazione pubblica sugli obblighi del servizio.

Anna Maria Bernini

Anna Maria Bernini

Alla discussione generale hanno preso parte i senatori Maria Rizzotti, Lucio Malan, Domenico Scilipoti Isgrò, Emilio Floris, Paolo Galimberti, Vincenzo Gibiino, Marco Marin, Anna Maria Bernini, Maurizio Gasparri (Forza Italia-Popolo della Libertà); Francesco Bruni (Conservatori e Riformisti); Manuela Serra, Alberto Airola (Movimento 5 Stelle); Jonny Crosio (Lega Nord Autonomie), Riccardo Mazzoni (Alleanza Liberalpopolare-Autonomie), Luciano Uras (Gruppo Misto), Massimo Mucchetti (Partito Democratico).
Favorevole all’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria, il Gruppo M5S ha annunciato contrarietà al ddl. Per pungolare la maggioranza ha, però, presentato emendamenti per applicare il tetto alle retribuzioni in Rai, per escludere dai contributi le imprese che sfruttano i giornalisti, per correlare il contributo alle reali copie vendute.
Secondo FI-Pdl il provvedimento, di iniziativa dei Gruppi Pd e Sel, “conferisce deleghe troppe ampie, sovrappone interventi disomogenei, esclude ingiustificatamente i giornali di partiti, movimenti politici, organizzazioni sindacali e i periodici specializzati, istituisce una nuova tassa sulla raccolta pubblicitaria che colpisce piccole imprese in difficoltà ma esenta i grandi colossi del web”.

Maria Rizzotti

Maria Rizzotti

Ancora da Forza Italia polemiche su “una legge vecchia che non tiene conto che il mondo dell’informazione è totalmente cambiato”. Ad affermarlo è la senatrice Maria Rizzotti, secondo la quale “il ddl sull’editoria dimostra ancora una volta che questo governo, abilissimo a collezionare deleghe che svuotano il Parlamento della sua funzione legislativa, non è in grado di fornire soluzioni importanti ad un settore fondamentale per un diritto costituzionale come la libertà di espressione”.
A giudizio della Rizzotti “istituire l’ennesimo fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, dando sostegno secondo il meccanismo obsoleto delle copie vendute e rese, impegnarsi a riscrivere il sistema pensionistico dei giornalisti in maniera certamente più penalizzante, ridurre i componenti del Consiglio nazionale dell’Ordine, sono risposte che non risolvono i veri problemi e non prendono atto delle profonde trasformazioni del settore. Anzi, il governo delle tasse guidato da Renzi trova il modo per inserire nel provvedimento un’imposta ad hoc per le concessionarie della raccolta pubblicitaria e lo maschera da contributo di solidarietà. L’ennesima furberia di un premier al quale molto presto gli italiani diranno un «no» a caratteri cubitali in prima pagina”.
Ln, dal canto suo, ha accusato il Presidente del Consiglio di “operare una stretta autoritaria sull’informazione in vista del referendum costituzionale: il Governo che si è impossessato della Rai non può varare una riforma dell’editoria ispirata al pluralismo dell’informazione”.

Massimo Mucchetti

Massimo Mucchetti

Secondo il sen. Mucchetti (Pd), invece, “è necessario sostenere l’editoria, che attraversa una crisi profonda, con interventi strutturali e automatici, che limitino la discrezionalità del Governo. Il ddl, invece, concentra tutte le risorse e i poteri in capo alla Presidenza del Consiglio e non garantisce finanziamenti certi”.
Nella seduta odierna l’Assemblea ha, inoltre, approvato definitivamente il ddl n. 2500 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico ed ha incardinato l’esame del ddl n. 2067, nel testo proposto dalla Commissione recante modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi, nonché all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena, già approvato dalla Camera dei deputati. Incardinato anche il ddl n. 2287, nel testo proposto dalla Commissione, recante disciplina del cinema e dell’audiovisivo e deleghe al Governo per la riforma normativa in materia di attività culturali, collegato alla manovra di finanza pubblica. (giornalistitalia.it)

Il resoconto stenografico della seduta

 

 

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