ROMA – E’ partito in maniera incoraggiante e positiva il confronto con il Governo sulla cura degli stati di riorganizzazione, rilancio e nuova occupazione nel sistema dell’editoria. Il sottosegretario Luca Lotti – nell’incontro con tutte le organizzazioni del settore sugli indirizzi e gli interventi di sostegno all’editoria e al lavoro professionale – ha illustrato una linea molto chiara, di condivisibile innovazione e concretezza.
Nei prossimi giorni ci saranno approfondimenti tecnici e vogliamo davvero confidare che entro la fine del mese/inizio giugno – come annunciato dal rappresentante del Governo – possa vedere luce il decreto con la destinazione del Fondo straordinario per l’editoria (120 milioni in tre anni, 50 nell’anno in corso).
Il settore ha bisogno davvero di mettersi alla prova con i tre soggetti essenziali che concorrono alla sua vita – editori, giornalisti e istituzioni – in una sfida ineludibile in cui accanto agli interventi sociali ci siano determinanti azioni per lo sviluppo. La Fnsi si impegnerà con rigore e determinazione nella sfida lanciata dal sottosegretario Lotti.
Certo occorrono, poi, riflessioni su altri punti, come il blocco degli avvisi pubblici sulla stampa, su cui sarebbe utile una riconsiderazione di costi piuttosto che una cancellazione di spesa che riduce trasparenza e fa crollare improvvisamente ricavi editoriali.
Sul piano complessivo dell’azione di Governo, infine, chiediamo che la sfida sia aperta anche sulla Rai con un adeguato livello di ascolto, perché improvvisi tagli lineari di budget e costi (come i 150 milioni chiesti all’azienda pubblica), non determinino, e comunque evitino, quella che altrimenti finirebbe per apparire una contraddizione politica e sociale. Sicuramente sarebbe un danno democratico e per i presidi di legalità che rappresenta il servizio pubblico dell’informazione in molte aeree del nostro Paese, chiudere sedi regionali solo perché presenti in territori di piccole dimensioni. Proprio qui ce n’è invece più bisogno anche perché, in un mercato alterato dell’editoria del Paese, in queste realtà è ancora più indispensabile la presenza pubblica della Rai, in una condizione certo di migliore efficienza e di massima garanzia.
L’auspicio allora è che, anche in presenza delle preoccupazioni apertesi su questo fronte, il Governo nel suo complesso accetti fino in fondo di misurarsi in una sfida determinata di tipo riformista con tutti i soggetti protagonisti.
Buona partenza, ma occorre correggere alcune scelte su avvisi pubblici e Rai