di Samantha Agrò
STRASBURGO – Intercettare le comunicazioni radio delle forze dell’ordine è vietato anche ai giornalisti che non si possono avvalere del loro diritto di cronaca per infrangere la legge. Dopo i tribunali italiani anche la Corte europea dei diritti umani ha censurato il comportamento di tre giornalisti, Claudio Brambilla, Daniele De Salvo e Fabrizio Alfano, del quotidiano telematico lecchese Merateonline, scoperti nel 2002 con apparecchiature che gli permettevano di ascoltare le frequenze radio delle forze dell’ordine.
I giudici di Strasburgo con una sentenza pronunciata all’unanimità hanno stabilito che nel condannarli i tribunali italiani non hanno violato il loro diritto alla libertà d’espressione, sancito dall’articolo 10 della convenzione europea dei diritti umani.
I tre giornalisti erano ricorsi a Strasburgo nel 2009 affermando che la perquisizione della loro auto e della redazione, il sequestro degli apparecchi radiofonici – da parte dei carabinieri nell’agosto del 2002 – e la loro condanna nel 2007 da parte della Corte d’Appello di Milano, confermata nel 2008 dalla Corte di Cassazione, sono state un’ingerenza sproporzionata nella loro libertà d’espressione, in particolare nell’ambito dell’accesso alle informazioni perché giornalisti.
Ma i giudici di Strasburgo non hanno sposato la loro tesi e hanno dato, invece, ragione alle autorità italiane, ritenendo che le misure adottate nei confronti dei tre erano previste dalla legge, e che le stesse misure hanno un fine legittimo, quello di garantire la sicurezza nazionale, di difendere l’ordine pubblico e prevenire i reati.
Nella sentenza, inoltre, i togati della Corte europea dei diritti umani osservano che i giornalisti sono tenuti a operare in modo responsabile, e che questa responsabilità «non riguarda unicamente il contenuto delle informazioni che raccolgono e diffondono ma anche la legalità del loro comportamento, in particolare nei loro rapporti con le autorità durante l’esercizio delle loro funzioni giornalistiche».
I giudici sottolineano anche che «nonostante il ruolo essenziale che hanno i media in una società democratica, i giornalisti non sono in principio dispensati, in virtù della protezione che gli offre l’articolo 10 della convenzione europea dei diritti umani, dal dover rispettare le leggi». (Ansa)
Strasburgo: “Il giornalista non può infrangere la legge in nome del diritto di cronaca”
La libertà di stampa non copre gli ascolti illeciti
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