L’ex capo del Messaggero Marche cancellato senza neppure una telefonata

Malato e senza lavoro: cacciato dal Sigim

Roberto Sopranzi

Roberto Sopranzi

ANCONA – sono stato cancellato dal Sigim, il Sindacato giornalisti marchigiani. La cancellazione è stata ratificata il 10 dicembre 2015 mentre mi trovavo, di fatto, in stato di disoccupazione avendo lasciato il lavoro con un anno di anticipo per motivi di salute, senza uno stipendio né una pensione sulla quale il sindacato, in questo lasso di tempo, potesse operare la trattenuta.
Preciso che della cancellazione non mi è stata data dal Sigim alcuna informativa, né orale né scritta, né preventiva né successiva. Ho scoperto di essere stato buttato fuori quando, dopo l’impedimento del mio terzo intervento chirurgico alla gamba destra, ho comunicato al Sigim il mio nuovo status, maturato nel frattempo, di pensionato Inpgi, status che poteva consentire il ripristino del prelievo sindacale. A quel punto il Sigim mi ha messo davanti a un bivio: o reiscrivermi – rinunciando in tal modo a tutta la mia anzianità sindacale ultratrentennale – o non reiscrivermi.
Sono, dunque, un “cancellato” cui è stato proposto, in alternativa, pur di esistere, di “cancellare” la sua storia professionale e morale: una sorta di cogito ergo sum alla rovescia: esisto però non so più chi sono perché quello che ho fatto, detto, pensato in tutta una vita non conta più: è, purtroppo, che volete, da “cancellare”.
SigimLascio a chi legge indovinare quale alternativa io sia stato messo nella condizione di dover scegliere. Il senso di appartenenza non può che perdersi nel momento in cui una lunga storia professionale fatta di lealtà, correttezza e buon senso non è più neppure considerata una risorsa degna di almeno una telefonata per appurare la mia effettiva posizione, bensì un’anonima vicenda da obliare del tutto con una burocratica superficiale liquidatoria e silente cancellazione.
Trovo, dunque, sacrosanto che tutti i colleghi ai quali sarà concesso di partecipare al voto di domani e lunedì, 12 e 13 giugno, per il rinnovo dell’associazione sappiano i motivi per cui io non potrò essere tra loro. Lo devo, soprattutto, a quanti hanno condiviso con me innumerevoli giornate di lavoro e che ben possono giudicare con quanta passione e efficacia io li abbia sempre tutelati quale componente di cdr e/o nelle vesti di quadro aziendale nel momento della loro massima debolezza. Ad maiora.

Roberto Sopranzi

 

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