REGGIO CALABRIA – Insulti e minacce al direttore del giornale online “Il Dispaccio”, Claudio Cordova. Solo ieri raccontavamo degli insulti via Facebook ai danni di Matteo Dalena, collaboratore della “Gazzetta del Sud”, e già si registrano nuove segnalazioni a danno dei colleghi.
Oggigiorno per i giornalisti pericoli e minacce purtroppo viaggiano anche sui social network a conferma di come questo mezzo stia diventando sempre più pericoloso, per la professione giornalistica ma non solo, se non usato correttamente.
Veniamo ai fatti. Il Dispaccio, nei giorni scorsi, ha raccontato l’inchiesta condotta dalla Dda di Reggio Calabria denominata “Fata Morgana” che contesta pesanti connivenze tra ‘ndrangheta e i cosiddetti “colletti bianchi”.
Il giornale online diretto da Cordova ha, inoltre, raccontato del ruolo di un ex assessore comunale reggino, il cui nome compare fra gli atti giudiziari ufficiali e pubblici, ma che non risulta indagato.
Dopo la pubblicazione di questo articolo, sul profilo Facebook dell’ex assessore venivano espressi messaggi di solidarietà al politico ma anche insulti nei confronti di Cordova. Qualcuno si è anche spinto oltre, auspicando che, nei suoi riguardi, non si debba agire sotto il profilo giudiziario, ma che gli si debbano “spezzare le gambe”. Proprio così.
“La professione di giornalista in Calabria – dice Claudio Cordova – è difficile e pericolosa, vista la grande forza d’intimidazione della ‘ndrangheta: indicare bersagli e fomentare l’odio, quindi, assume una gravità ulteriore rispetto ad altre latitudini”.
Episodi che non sono da sottovalutare perché esiste pur sempre il rischio che dal virtuale si passi al reale. (giornalistitalia.it)
Francesco Cangemi