CIVITA (Cosenza) – Ha scelto l’incontro promosso dalla Fnsi a Civita per il Primo Maggio Luciano Regolo, direttore de “L’Ora della Calabria”, per “ringraziare innanzitutto Carlo Parisi e Giuseppe Soluri, che, nella vicenda che mi vede protagonista insieme ai colleghi dell’Ora, sono andati ben aldilà della solidarietà istituzionale: il Sindacato e l’Ordine dei giornalisti della Calabria sono stati sin dall’inizio e sono al nostro fianco anche dal punto di vista umano, che non è da sottovalutare in casi come questo”.
E poi, ha proseguito il direttore Regolo (“l’unico direttore di un giornale calabrese presente a Civita, nonostante siano stati tutti invitati”, ha tenuto a sottolineare il vicesegretario della Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi), “il mio grazie va a Franco Siddi, che ha voluto essere qui con noi, accanto a noi, in Calabria, dopo averci manifestato, anche lui, piena e fattiva solidarietà, e a Lorenzo Del Boca, che mi è vicino ora come in passato, quando mi trovai sotto minaccia di morte”.
Non ultimo, “il ringraziamento alla Chiesa calabrese – ha detto Regolo – che ha dimostrato alla causa dell’Ora tutta la sua vicinanza” (pochi minuti prima, mons. Luigi Renzo aveva ribadito come fosse “doveroso essere presente all’incontro di Civita nel segno della libertà, non solo di stampa”).
Ripercorre le tappe più calde dell’“Oragate”, Luciano Regolo, dalla “famigerata telefonata del cinghiale ferito” alle “stranezze e assurdità che riempiono l’intera vicenda: si parla di buchi enormi nei costi di gestione, ma poi non si capisce perché uno stampatore continui a stampare anche senza essere pagato…”. E ancora: “Non si capisce neppure perchè gli imprenditori interessati all’acquisto del giornale abbiano ritirato le loro proposte e perché il liquidatore abbia attivato la procedura di licenziamento collettivo dopo lo sciopero dei giornalisti ai quali era stato negato il diritto di conoscere i conti per poter avanzare una proposta di autogestione. I punti oscuri sono tanti, troppi”.
Regolo a Civita ci è arrivato con una folta delegazione di giornalisti dell’(ex?) quotidiano, “persone corrette, che ho potuto incontrare, nel senso pieno del termine, durante questi giorni di occupazione (la redazione di Rende, così come quella di Reggio Calabria, dell’Ora sono occupate da una decina di giorni): persone che hanno voglia di lavorare con rigore. Collaboratori sfruttati e calpestati che continuano a lavorare. Poligrafici che in realtà fanno i giornalisti. I veri eroi sono loro”. I “miei ragazzi – dice Regolo -, che hanno grandi qualità e sono la testimonianza tangibile che la Calabria sana esiste e rappresenta la parte più grande di questa terra”.
Quasi al limite della commozione, Luciano Regolo ammette di aver “voluto testimoniare sempre la verità, nel mio percorso, anche dal punto di vista della fede, che sicuramente mi guida anche in questa vicenda”.
L’auspicio “che si aprano varchi positivi nella vicenda dell’Ora e che chi di dovere faccia la necessaria chiarezza sui fatti” accomuna Parisi e Soluri, che si trovano a “ribadire quanto, in verità, già detto più e più volte: i giornalisti non sono soli”.
A porre l’accento sul carattere nazionale del “caso L’Ora” è Franco Siddi: “Il problema non è più solo della Calabria – parla chiaro il segretario della Federazione nazionale della stampa – . La vicenda ha assunto proporzioni nazionali e il Sindacato è stato al fianco dei giornalisti dal primo momento: la Fnsi c’era e c’è a dare forza a giornalisti che hanno dimostrato di non essere pennivendoli! Al contrario – ha detto Siddi – ci stanno mettendo la faccia e il cuore per salvare il loro giornale”.
Non perde tempo il numero uno del Sindacato dei giornalisti: “Faccio appello in primo luogo alle istituzioni, perché intervengano con chiarezza; quindi agli imprenditori onesti, affinché si facciano avanti per non far spegnere una voce importante. E, infine, mi appello alla magistratura – è quasi un grido quello di Siddi – perché ci dica cosa c’è effettivamente dietro l’intera vicenda dell’Ora della Calabria. Cosa c’è dietro l’editore, il primo, condannato, e il secondo. Cosa c’è dietro lo stampatore, anche lui indagato. Vogliamo, insomma, la verità”.
Quindi la promessa ai giornalisti: “Continueremo insieme la battaglia in nome di un’informazione pulita, onesta e vera. Sono disponibile a tornare in Calabria nei prossimi giorni e a venire anche in tribunale, se necessario, insieme a Carlo Parisi”.
La prossima puntata del “caso l’Ora” sarà venerdì 9 maggio in Prefettura a Cosenza, dove, accogliendo la richiesta del Sindacato Giornalisti della Calabria, il prefetto Gianfranco Tomeo ha convocato il tavolo di confronto che vedrà, da un lato, il liquidatore Giuseppe Bilotta e, dall’altro, il Comitato di redazione, il direttore dell’Ora della Calabria e il vicesegretario della Fnsi, Carlo Parisi.