Riduzione dei consiglieri nazionali e riequilibrio tra professionisti e pubblicisti

Odg: 9 regioni spingono per la riforma

Dario Gattafoni

Dario Gattafoni

Paola Spadari

Paola Spadari

ROMA – “Finalmente Governo e Parlamento hanno deciso di mettere mano alla riforma dell’Ordine dei giornalisti. Lo slittamento di sei mesi del rinnovo dei Consigli nazionale e regionali dell’Ordine, contenuto nel provvedimento ‘Mille proroghe’ all’esame della Camera, se sarà confermato, ne costituisce un segno tangibile che premia i nostri sforzi”.
Lo affermano i presidenti degli Ordini regionali di Lazio (Paola Spadari), Lombardia (Gabriele Dossena), Toscana (Carlo Bartoli), Liguria (Filippo Paganini), Puglia (Valentino Losito), Friuli Venezia Giulia (Cristiano Degano), Marche (Dario Gattafoni), Sicilia (Riccardo Arena), Basilicata (Domenico Sammartino), secondo i quali “una riforma dell’Ordine è, infatti, attesa da anni. Per questo obiettivo ci siamo impegnati e oggi può diventare una realtà”.
”Dobbiamo ora evitare – sostengono i presidenti degli Ordini regionali che raggruppano la maggioranza degli iscritti all’Albo – che si ripeta quanto accaduto nella scorsa legislatura quando un tentativo analogo si arenò al Senato. Ci auguriamo che questa volta, in tempi utili, il Parlamento riscriva nuove regole che rendano giustizia alla rappresentanza, riducendo innanzitutto l’attuale esorbitante e costoso numero di consiglieri nazionali (144 componenti a cui si sommano i 12 del Consiglio di disciplina) e riequilibrando il rapporto tra professionisti e pubblicisti (due terzi professionisti e un terzo pubblicisti)”.
“L’aula della Camera, dopo il lavoro svolto dalla commissione Cultura, a breve esaminerà la proposta di legge sull’editoria contenente anche le misure per l’Ordine dei giornalisti. Un passo in avanti importante – sostengono i presidenti degli Ordini regionali – che deve portare ai superamento di procedure oramai datate. Sono questi i presupposti necessari per l’adeguamento delle regole alle mutate condizioni dell’editoria e della professione”.
I presidenti degli Ordini regionali, “in spirito di collaborazione con gli altri organismi della categoria”, ribadiscono il loro impegno “per una riforma anche delle altre parti della legge 69 del 1963, a partire dall’accesso alla professione, chiedendo un immediato confronto tra il i Consiglio nazionale, i Consigli i regionali e il Parlamento”.

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