ROMA – Leggo con sconcerto un articolo pubblicato a pagina 19 di “Affari e Finanza” dal titolo “Giornalisti, l’Inpgi in crisi e il pieno di immobili”.
Non condividendo affatto l’impostazione di un testo che vuole forzatamente dare un’immagine negativa dell’Ente, attraverso una ricostruzione lacunosa, mi corre l’obbligo di precisare quanto segue:
– è falso che io riceva gettoni di presenza a qualsiasi titolo, è stato escluso da un’apposita delibera da me stesso proposta e, prima che lo fosse quattro anni fa, ho rinunciato comunque;
– il mio stipendio lordo (elemento non evidenziato) è stato ridotto su mia proposta del 10 per cento, insieme a quello del Cda. La notizia non è stata riportata;
– non sono stato rinviato a giudizio, esiste una richiesta di rinvio a giudizio pendente davanti al Gup. La vicenda è complessa e meriterebbe più rispetto, in ogni caso, ad oggi, l’investimento in oggetto sul Fondo Immobili Pubblici ha ottenuto una redditività superiore al 50% a beneficio degli iscritti, questo è un fatto;
– gli esposti di un iscritto (candidato alle imminenti elezioni dell’Inpgi) hanno portato a normalissime e dovute richieste di informazioni all’Ente che non rappresentano la prova di nulla. Come mai l’Inpgi non è stato interpellato su questa e sulle altre materie? Come mai un esposto fa più notizia delle innumerevoli e positive verifiche di legittimità che si sono susseguite nel tempo, a partire da quella del Collegio dei Sindaci che contiene anche i Ministeri del lavoro e dell’Economia?
I numeri riportati in questa che viene definita “inchiesta” sono noti e visibili da anni. La lettura dei comunicati, dei Bilanci e delle mie relazioni agli stessi degli ultimi otto anni evidenzia la genesi, lo sviluppo e lo stato dell’arte di una crisi profondissima del mercato editoriale che si è scaricata sull’Inpgi in una misura che non ha precedenti. Nessun mistero, quindi, tanto meno il conferimento degli immobili ad un Fondo detenuto al 100% da Inpgi e affidato alla gestione di una società che ha vinto una gara europea svolta secondo tutti i crismi.
La citata Corte dei Conti evidenzia il palese stato di squilibrio ma, nella stessa relazione risalente a oltre sei mesi fa, sottolinea la consapevolezza del Presidente e del Cda della gravità della situazione del mercato del lavoro che ha portato ad una serie di interventi di contenimento messi in atto nel corso degli ultimi cinque anni.
Non posso, per rispetto del ruolo che ricopro, che richiamare al rispetto dei fatti e del contesto in cui sono inseriti. Le critiche sono ovviamente tutte legittime, questo tipo di ricostruzioni, però, ledono la mia persona e sono contrarie al bene comune.
Andrea Camporese
Presidente dell’Inpgi