Dopo 16 mesi di calvario archiviata l’accusa di omicidio della poliziotta Anna Esposito

Il giornalista Luigi Di Lauro non è un assassino

Luigi Di Lauro

Luigi Di Lauro

POTENZA – “Siamo sempre stati certi della completa estraneità del collega Luigi Di Lauro rispetto alle accuse contestategli e finalmente è arrivata la conferma di quanto sostenuto”. L’Associazione della Stampa di Basilicata commenta, così, l’archiviazione, dopo 16 mesi, del provvedimento a carico del giornalista Luigi Di Lauro, che era indagato per l’omicidio di Anna Esposito, dirigente della Digos della Questura di Potenza, originaria di Cava de’ Tirreni, il cui corpo fu rinvenuto nell’appartamento di servizio della caserma Zaccagnino di Potenza il 12 marzo del 2001. Il giornalista della Tgr Basilicata è stato, quindi, prosciolto dall’accusa di omicidio.
Il gip di Potenza, Michela Tiziana Petrocelli, ha infatti accolto “in toto, senza neanche ritenere necessario il passaggio in camera di consiglio” la richiesta dei pm Francesco Basentini e Valentina Santoro di archiviazione.
“Oltre alla soddisfazione per quanto stabilito dal giudice – afferma l’Assostampa Basilicata – siamo convinti che ora il collega Di Lauro si dedicherà con maggiore serenità al suo prezioso lavoro al servizio dell’informazione in Basilicata”.
Dal canto suo, l’avvocato difensore di Di Lauro, Leonardo Pinto ha sottolineato che “dopo 16 lunghi mesi di gogna mediatica per il giornalista Rai, indagato con l’accusa infamante di omicidio volontario, arriva la sua piena e totale riabilitazione. Luigi Di Lauro è del tutto estraneo alla triste vicenda”.
Il legale ha, infatti, spiegato che “dopo la riesumazione del corpo, un nuovo esame autoptico ha confermato il suicidio ed escluso in maniera netta e definitiva qualsiasi altra ipotesi all’origine della morte della poliziotta”.
Come riferito nel luglio scorso da Giornalisti Italia, la richiesta di archiviazione, come spiegato dall’avv. Pinto, era stata avanzata dai pubblici ministeri Basentini e Santoro, sulla scorta delle conclusioni della consulenza tecnica che ha escluso lo strangolamento e confermato il suicidio della donna, che si tolse la vita impiccandosi con una cintura legata alla maniglia di una porta.
All’iscrizione nel registro degli indagati di Luigi Di Lauro si era giunti dopo la riapertura della indagini sulla morte di Esposito: “La Procura – aveva spiegato Pinto – ha dovuto iscrivere Di Lauro a seguito della richiesta di riapertura delle indagini basata su una denuncia del padre di Esposito. In sostanza l’iscrizione di Di Lauro fu un atto dovuto sulla base di una denuncia che si è rivelata infondata”. (giornalistitalia.it)

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