UDINE – Il 2016 è un anno importante per il Friuli e per il Messaggero Veneto. Fino al 31 dicembre, a fianco della testata comparirà la scritta “70 anni”, perché settant’anni fa nasceva il giornale più diffuso nella regione.
Era il 1946, l’Italia usciva dalla tragedia della Seconda guerra mondiale, il Friuli non era ancora un’entità politica, era povero, aveva vissuto il dramma nel dramma del conflitto, la violenza dei nazisti di Hitler, aveva temuto per la sua sorte e per la sua gente.
Un gruppo di giornalisti guidati da Enrico Mascilli Migliorini, 23 anni, fondò il Messaggero Veneto. Il perché di questo nome, che solo erroneamente richiama la regione dei nostri vicini, come a volte capita che i lettori sottolineino, lo lascio spiegare al direttore che lo coniò: «Il termine Messaggero orecchiava quello di Roma da dove provenivano alcuni dei giornalisti.
L’aggettivo veneto era completato dal sottotitolo “Quotidiano delle tre venezie”. Va tenuto presente che Udine e Pordenone, all’epoca, facevano parte della Venezia Euganea, mentre Trieste era amministrata dal governatorato militare», racconta l’oggi 93enne giornalista.
La nostra testata voleva con quel nome proprio segnare l’attenzione a questa terra, al Friuli che prendeva lentamente voce e forza, così da diventare in modo naturale, con gli anni, “Giornale del Friuli” e “Giornale di Pordenone”, come è oggi. Tanto che, ieri come oggi, lo sforzo che facciamo è sempre quello di dare voce alla nostra comunità, al nostro territorio, cercando di portare il pensiero e le esigenze del Friuli dentro le istituzioni regionali, nazionali ed europee.
Allo stesso modo, lavoriamo per raccontare i fenomeni che investono il nostro Paese, sempre con un’attenzione particolare alle ricadute che essi hanno, o possono avere in futuro, sul Friuli e sulla sua gente.
L’altro grande anniversario che si incastra con il compleanno del Messaggero Veneto sono i 40 anni del terremoto del 1976. Un dramma per la comunità che il giornale diretto all’epoca da Vittorino Meloni raccontò come nessun altro.
Il Messaggero Veneto diventò qualcosa di più di un giornale, entrò in tutte le case, parlò a ogni friulano, per narrare ciò che stava capitando, ma anche per avvicinarlo a chi, magari pochi chilometri più in là, credeva di essere solo nel dramma.
Funzionò come un grande social network ante litteram, si mostrò capace di ricreare, assieme a tutti i friulani al lavoro per ricostruire, la coesione sociale che il sisma aveva compromesso. Al dramma del Friuli seguì la rinascita della nostra regione, così come quella del giornale.
Il Messaggero Veneto di Meloni rinacque diverso, quello che uscì dal terremoto si tramutò in un grande, moderno quotidiano sempre più all’avanguardia per tecnologie e visione, conquistò la fiducia del Friuli e la mantenne negli anni, consegnando alle generazioni successive (di cui anche io faccio parte, avendo cominciato da cronista proprio al Messaggero Veneto) un patrimonio editoriale, ma anche culturale di cui tutti noi andiamo ancora oggi fieri.
E che il Gruppo Espresso ha sempre valorizzato, garantendo la massima autonomia alla testata, sviluppando e investendo in tecnologie, nello spirito che fu sempre del Messaggero Veneto.
Il nostro impegno sarà mostrare ai friulani che, nell’era del digitale, della comunicazione che cambia, il Messaggero Veneto guarda al futuro tenendo cuore e radici ben fissate nella sua, nella nostra storia.
Prima ancora delle iniziative editoriali che proporremo ai lettori, dalle copie anastatiche delle edizioni storiche del quotidiano, alle pubblicazioni che racconteranno il Friuli di ieri e di oggi, il nostro impegno – di tutti noi giornalisti del Messaggero Veneto – sarà quello di rispettare il patto profondo, spirituale con il territorio.
E di raccontare i friulani nello spirito che il nostro giornale ci ha consegnato. Con distacco, terzietà, senza guardare in faccia il potente di turno e soprattutto nell’interesse dei nostri lettori.
Lo faremo sull’edizione cartacea, che sarà ricca di cronaca, di approfondimenti, di inchieste, di editoriali a più voci, di cultura, di sport. E lo faremo sul web, dove il giornale cresce ogni giorno per numeri e per velocità di aggiornamento delle notizie, sui social network dove la nostra community conta decine di migliaia di lettori, sugli smartphone dove il nostro sito per il “mobile” rende ancora più veloce e immediata l’informazione.
In più, abbiamo attivato la web tv del Messaggero Veneto che nel 2016 aumenterà le sue forze, le sue iniziative, garantendo servizi, interviste, approfondimenti in diretta e tutto ciò che rende la comunicazione capace di raggiungere tutti ovunque si trovino.
Prendete dunque la testata “Messaggero Veneto – 70 anni” non solo come un segno di festa, ma anche come un monito che tutti noi terremo presente. Dobbiamo guardare al futuro, come deve fare il Friuli Venezia Giulia se vuole davvero cavalcare i primi segni di ripresa e uscirne fuori ancora più forte di prima, come nel ‘76, ma dobbiamo ricordarci da dove veniamo.
E non avere paura della grande sfida che il 2016 porta con sé per i friulani e per il Paese. Perché questo popolo, questo giornale è proprio nelle grandi sfide, di fronte alle difficoltà, che ha mostrato il meglio di sé.
E continuerà a farlo. Con questo spirito facciamoci gli auguri: “Buon 70º compleanno Messaggero Veneto, buon compleanno Friuli”. (Messaggero Veneto)
Tommaso Cerno
direttore del Messaggero Veneto