ROMA – L’Assemblea dei giornalisti della Misna apprende – con meno di un mese di preavviso – la decisione improvvisa degli Istituti missionari editori di chiudere la testata al 31 dicembre 2015.
La redazione, con i collaboratori e i traduttori, è “sconcertata per un grave errore, compiuto in un momento più che mai delicato per l’informazione da e con i Sud del mondo. E richiama l’azienda alle sue responsabilità nei confronti di un’agenzia di stampa che da 18 anni racconta quelle «periferie» del mondo, non solo geografiche, tanto care a Papa Francesco”.
I giornalisti stigmatizzano “l’assenza di proposte concrete da parte dell’editore e il rifiuto alla manifestata disponibilità della redazione di considerare soluzioni in grado di affrontare le crisi aziendali che facciano leva sugli ammortizzatori sociali disponibili”. Questo, unitamente ad altri segnali, secondo i giornalisti di Misna “conferma una mancanza di volontà che riflette una crisi più ampia, e ancor più grave, poiché investe ideali e motivazioni”.
“Non si possono non rilevare – denunciano i giornalisti dell‘agenzia di stampa – macroscopici errori che hanno progressivamente minato il futuro editoriale dell’agenzia. Dall’errata valutazione di un mercato in rapida evoluzione, alla lentezza nell’intervenire sui settori di bilancio,sempre e comunque nell’assenza di un dialogo più volte auspicato dai giornalisti”.
A queste gravi responsabilità e alla discutibile assenza di visione si è aggiunta una crisi che sta colpendo in modo particolarmente duro l’editoria cattolica, spazzando via piccole realtà “non allineate” – riviste, testate e radio – impegnate a raccontare il mondo, dando voce a persone e contesti altrimenti ai margini della grande informazione”.
Contro questa prospettiva sempre più concreta, i giornalisti di Misna richiamano l’attenzione di tutti e sollecitano una volta di più l’azienda a intraprendere ogni iniziativa utile, per salvare la “voce degli ultimi”, che rischia di spegnersi.
LA LETTERA
Caro Papa Francesco,
siamo i giornalisti della Misna, quella piccola agenzia di stampa dei Missionari che da quasi vent’anni racconta le “periferie” della tua amata Africa, dell’Asia, dell’America Latina. A pochi giorni dal Natale, il prossimo 31 dicembre, questa ‘voce degli ultimi’ rischia di spegnersi. Con una decisione per noi drammatica e incomprensibile, un gesto che chiude simbolicamente la Porta Santa che tu hai voluto aprire a Bangui, le congregazioni missionarie proprietarie della Misna (Missionari Comboniani, Missionari della Consolata, Pontificio Istituto Missioni Estere, Missionari Saveriani) hanno deciso di sospendere le pubblicazioni.
Erano state loro, le stesse Congregazioni, animate da un missionario speciale, Giulio Albanese, a creare nel dicembre 1997 questa piccola, grande, realtà della comunicazione missionaria. Se diamo un satellitare a ogni missionario, nel più sperduto angolo della Terra – dal Congo alla “Fin del Mundo” – avremo un racconto del mondo davvero unico, libero e ispirato, questa era l’idea da cui siamo nati e che riteniamo oggi ancora e più che mai attuale e necessaria. Con amore e dedizione, da allora ci battiamo per cambiare, a modo nostro, la maniera di fare informazione.
Oggi, però, gli Istituti missionari proprietari della Misna si dicono “stanchi”, demotivati, così schiacciati dalle spese e “privi di energie” da ritenere inutile la sopravvivenza della loro stessa creatura. Sarebbe un errore grave: senza Misna a pagare saranno le giovani Chiese, le periferie, la società civile che invoca una giustizia sociale senza cui non può esserci Pace. E l’idolo del denaro spegnerebbe la voce dei poveri.
In tutti i modi abbiamo pregato l’editore di sedersi attorno a un tavolo e trovare con noi una soluzione. Ci siamo offerti di continuare a lavorare tagliando i nostri stipendi, provando a fare di tutto, insieme – noi laici al fianco dei missionari – per far sì che la Misna vada avanti! Ma non siamo stati ascoltati.
Caro Francesco, ascoltaci tu.
La Redazione di Misna