RENDE (Cosenza) – E’ la prima notte di occupazione e tutto scorre senza colpi di scena. Qualcuno dirà meno male! Vero, il fatto, però, è che tutto questo un po’ ci annoia. Veniamo da giorni talmente intensi, difficili, folli e inquietanti che il silenzio della notte quasi ci disorienta. Dovremmo dormire, a volte ci proviamo anche, ma non dura quanto dovrebbe durare.
Lì fuori l’insegna luminosa della Gazzetta del Sud: sembra un gigante d’acciaio rispetto al nostro piccolo fragile striscione di carta e battaglia che prima o poi il vento si porterà via. Siamo dell’idea, senza divisioni, di essere completamente fuori di testa e abbiamo tutto quello che ci occorre: acqua, torta, caffè, caramelle, zanzare, materasso gonfiabile, coperte e ogni tre secondi ci chiediamo cosa diavolo stiamo facendo qui a quest’ora. Ma per fortuna ci dimentichiamo sempre di rispondere. Forse per stanchezza o forse perché è inutile trovare risposte alle tre del mattino.
Sarà dura stanotte, più degli anni trascorsi a sperare che questo giornale potesse diventare davvero nostro e di chi lo leggeva con passione. No, non è così. Questo giornale è stato ucciso proprio perché quel sogno stava per avversarsi. Ma vogliamo rimanere qui per dimostrare che Ora il killer non ci fa più paura. Potrà continuare a sparare all’impazzata, ferendo e abbattendo molti di noi. Ma in tanti alla fine resteranno in piedi. Come in questa notte, con il gigante d’acciaio sullo sfondo, un materasso gonfiabile che è già quasi sgonfio e tutti questi computer davanti a noi che aspettano solo di essere riaccesi. (i giornalisti de l’Ora – ore 3.16)
Cronaca della prima notte di occupazione della redazione centrale di Rende