ROMA – Al via, questa mattina nel tribunale dello Stato della Città del Vaticano, il processo per la divulgazione di documenti riservati della Santa Sede (vatileaks) che vede imputati tre funzionari vaticani e, per “concorso in reato”, due giornalisti italiani, Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, autori di due libri, Via crucis (Chiarelettere) e Avarizia (Feltrinelli), che riportano quei documenti.
È il secondo processo in pochi anni per vicende apparentemente simili, dopo quello al maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, che nel 2012 fu condannato, e poi graziato, per aver diffuso altri documenti riservati, finiti in un precedente libro dello stesso Nuzzi, Sua Santità. Da allora, in realtà, molte cose sono cambiate: pochi mesi dopo quel primo processo Joseph Ratzinger si dimise, è stato eletto Jorge Mario Bergoglio, che, oltre ad aver promosso un giro di vite del diritto penale vaticano contro la divulgazione di documenti riservati, nel 2013, ha avviato una profonda riforma delle strutture economiche e amministrative del Vaticano: i documenti al centro del dibattimento provengono dalla Commissione Referente di Studio e Indirizzo sull’Organizzazione delle Strutture Economico-Amministrative della Santa Sede (Cosea) che, a inizio pontificato (18 luglio 2013-22 maggio 2014), istruì la riforma.
A inizio novembre il Vaticano ha arrestato due funzionari della stessa Cosea, il monsignore spagnolo Angel Lucio Vallejo Balda, vicino all’Opus Dei, e la “pierre” Francesca Immacolata Chaouqui, incinta e presto rilasciata perché ha iniziato a collaborare con gli inquirenti. Da allora mons. Balda è agli arresti in Vaticano.
Sabato scorso, infine, con un comunicato il tribunale vaticano “ha provveduto alla notifica agli imputati e ai loro avvocati della richiesta di rinvio a giudizio presentata dall’Ufficio del Promotore di Giustizia a conclusione della fase istruttoria del procedimento in corso per la divulgazione illecita di notizie e documenti riservati”.
Chaouqui, Balda e il suo collaboratore Nicola Maio sono imputati, su richiesta del promotore di Giustizia (pm) Gian Pietro Milano, “perché all’interno della Prefettura per gli affari economici e di COSEA si associavano tra loro formando un sodalizio criminale organizzato, dotato di una sua composizione e struttura autonoma, i cui promotori sono da individuarsi in Angel Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, allo scopo di commettere più delitti di divulgazione di notizie e documenti concernenti gli interessi fondamentali della Santa Sede e dello Stato”.
I due giornalisti italiani, Nuzzi e Fittipaldi, perché “sollecitavano ed esercitavano pressioni, soprattutto su Vallejo Balda, per ottenere documenti e notizie riservati, che poi in parte hanno utilizzato per la redazione di due libri usciti in Italia nel novembre 2015”.
Oggi la prima seduta del processo che, al tribunale presieduto da Giuseppe Della Torre, potrebbe concludersi entro l’avvio del giubileo (otto dicembre). Non sono mancate proteste nei confronti del Vaticano. Il Consiglio Direttivo dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, ad esempio, “esprime le sue forti preoccupazioni per il fatto che vengono processati due giornalisti italiani in Vaticano. Si ricorda che le varie dichiarazioni dei diritti dell’Uomo, come la ‘Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali’ contengono non solo la ‘Libertà di Religione’ (articolo 9), spesso invocata dalla Chiesa Cattolica e dal Vaticano, ma anche la ‘Libertà di Espressione’ (articolo 10)”.
Su questo diritto, la Convenzione dice espressamente: “Questo diritto include la libertà di avere delle opinioni e di ricevere e dare informazioni senza interferenza delle autorità pubbliche e senza riguardo alle frontiere”.
Certamente, il Consiglio Direttivo della Stampa Estera conferma che “le informazioni giornalistiche si devono ottenere in modo legale e legittimo. Ma in ogni caso, se ci sono delle malefatte non sono colpa dei giornalisti che le scoprono e che professionalmente hanno il dovere di pubblicarle. Il problema invece sono coloro che le irregolarità ‘malefatte’ le hanno commesse e di chi ha creato e tollerato delle strutture che forse favoriscono dei comportamenti scorretti. Il ruolo dei media e dei giornalisti è quello di rendere pubblici i problemi, per dare in questo modo un contributo al loro superamento. È preoccupante che l’esercizio della nostra professione venga considerato un delitto”.
Chaouqui ha resto noto, con un post pubblicato oggi su Facebook, che il Vaticano ha respinto l’avvocato Giulia Bongiorno che lei si era scelta, ma che non è accreditata presso il tribunale vaticano: “Poche ore al processo. Prego e mi chiedo la ragione per cui Gesù mi sta sottoponendo a questa prova. Saremo in sei domani. C’è un mini imputato di 17 millimetri che con sua madre andrà in aula senza il suo avvocato di fiducia: Giulia Bongiorno, a cui avevo scelto di affidare non un processo penale ma quello all’anima di una cristiana che per il Papa avrebbe dato la vita e che ora è accusata di averlo tradito. L’avevo fatto non solo perché Giulia è l’avvocato più bravo d’Italia, ma per l’umanità, la forza, il coraggio di questa donna. Una di quelle persone con cui affronteresti le tempeste. Una che tiene la barra dritta sempre. Leale, forte, eppure dolce. Un gigante come le dico sempre. A lei affiderei il mio destino senza pensarci. E domani nella prova più dura della mia vita e di quella della mia famiglia il Vaticano mi manda senza di Lei. M’avessero mutilato di un braccio avrebbero ottenuto lo stesso risultato. Domani ripresento l’istanza per avere il mio difensore al mio fianco in questa prova, se non l’accolgono il Vaticano si macchierà del delitto di avermi negato in un processo di importanza vitale l’unica persona che avrei voluto con me”.
Ieri sera Nuzzi ha twittato: “E ora qui spengo la luce: domani sarò un giorno lungo, faticoso ma anche felice. Perché fare quello in cui si crede rende felici #viacrucis”.
Nuzzi e Fittipaldi sono arrivati alle 10.15 in Vaticano. Nel pomeriggio, alle 15, Nuzzi tiene una conferenza stampa alla stessa sede della Stampa estera, Fittipaldi alla Feltrinelli di Roma alle 18. (Askanews)
Tra gli imputati anche i giornalisti Nuzzi e Fittipaldi per “concorso in reato”