ROMA – Parte martedì 3 novembre, alle ore 11, nella sede della Federazione Nazionale della Stampa (Corso Vittorio Emanuele II, 349 Roma), la mobilitazione contro la proposta di legge bavaglio contenuta nella delega al governo in materia di intercettazioni, nell’ambito del progetto di riforma del processo penale.
Sarà presentata la petizione on line che ha come primi firmatari il professor Stefano Rodotà e i giornalisti Marino Bisso, Arturo Di Corinto e Giovanni Maria Riccio e che ha già raccolto numerose adesioni. Così come nel 2010 contro il ddl Alfano, parte la mobilitazione contro il ddl del Governo Renzi e contro le continue intimidazioni e minacce ai giornalisti che mettono in serio pericolo la libertà di informazione. Attacchi sempre più pesanti al diritto di cronaca come quello emblematico rivolto ai novantasei giornalisti recentemente denunciati per aver pubblicato intercettazioni dell’inchiesta su Mafia Capitale.
E la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente con il recente ddl che affida al Governo il potere di stabilire le regole sulla pubblicazione delle intercettazioni limitando la diffusione a solo quelle di rilevanza penale escludendo, invece, le conversazioni d’interesse pubblico. In questo modo si limita il diritto di cronaca e si colpisce il diritto di essere informati. Un nuovo bavaglio, dunque. “Ma noi non ci stiamo: non ci faremo mettere il bavaglio!”, afferma il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ricordando che il Sindacato dei giornalisti considera “sbagliata, oltre che grave e pericolosa, la delega al governo su una materia così delicata come quella delle intercettazioni, che per gli aspetti che riguardano il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati su questioni di interesse pubblico contenute negli atti delle inchieste giudiziarie ha rilevanza costituzionale”.
“Riteniamo che su questi temi – aggiunge Lorusso – ci sia un minimo comun denominatore nell’azione dei governi che si sono succeduti in Italia negli ultimi decenni. Per questo la Federazione nazionale della Stampa Italiana non può tacere: a prescindere da chi è al governo, lo strumento della delega su materie come intercettazioni e servizio pubblico radiotelevisivo non ci piace. Abbiamo comunque accolto con favore la disponibilità manifestata dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in un recente incontro con una delegazione della Fnsi, a istituire un tavolo di confronto con rappresentanti del mondo accademico, della magistratura e del mondo dell’informazione per dare alla delega governativa contenuti che salvaguardino e tutelino tutti gli interessi in campo”.
Alla conferenza stampa verrà presentato anche l’appello online www.nobavaglio.org. Saranno presenti, oltre al segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, gli autori dell’appello “No bavaglio”: Stefano Rodotà, Marino Bisso, Arturo Di Corinto, Giovanni Maria Riccio, i rappresentanti del Comitato promotore (Articolo 21, Arci, Anso, Fnsi, Gruppo Abele, Il Fatto Quotidiano, Libera Contro le mafie, Libertà e Giustizia, Libertà e Partecipazione, Ordine dei Giornalisti, MoveOn, Pressing – Giornalisti in rete, Sindacato Cronisti Romani, Stampa Romana, Usigrai e alcuni dei colleghi che, in questi giorni, hanno già sottoscritto l’appello.
Come in passato, l’obiettivo di questa iniziativa pubblica è mettere insieme tutti coloro che intendono battersi per difendere il diritto-dovere di informare. Per questo la mobilitazione che parte dalla Fnsi è aperta alle associazioni e agli organismi da sempre in prima linea per garantire la libertà di espressione e il diritto di cronaca, agli altri sindacati e a quanti, organizzazioni e singoli cittadini, considerano la libertà di informazione e il diritto di cronaca valori supremi del nostro ordinamento. Dalla Fnsi partirà un appello anche alle associazioni e ai sindacati dei giornalisti di altri Paesi europei perché – come dimostrano i casi di Spagna, Francia e Turchia – i tentativi di imbavagliare la stampa sono ormai sempre più diffusi. Bisogna alzare la voce e scendere insieme in piazza.