ROMA – “Stavo facendo un’inchiesta in Umbria, a Terni. Ci trovavamo nei pressi della casa di questa persona che ha mal gradito la mia presenza e mi ha invitato ad andare via con minacce «tangibili». Ci sono state intimidazioni e gesti abbastanza chiari e parole inequivocabili. Si trattava di un uomo appartenente a una nota famiglia di ’ndrangheta di Reggio Calabria residente in quella città. Città dove fu arrestato anche un altro famoso ’ndranghentista, Carmelo Gallico, noto come il poeta a capo, secondo alcune sentenze della omonima cosca di Palmi. L’Umbria è una terra in cui le cosche sono molto radicate come dimostrano diverse indagini. E non mi stupisce che molti risiedano là”.
A raccontarlo, in un’intervista a Klaus Davi per “KlausCondicio”, è Michele Inserra, caposervizio del Quotidiano del Sud, che ha realizzato anche numerosi servizi scottanti per il programma “Storie Vere”, il format condotto da Eleonora Daniele su Rai Uno.
“Purtroppo si impara a convivere con la paura, è la tua inseparabile compagna di viaggio – dice Inserra – se decidi di lavorare senza omettere nulla. Io provengo da Napoli e per anni mi sono occupato di camorra in zone difficili dell’area stabiese e vesuviana. Io e con me altri colleghi in Calabria siamo spesso oggetto di minacce per aver svolto il nostro lavoro, per aver semplicemente raccontato fatti e personaggi. Taluni episodi non vengono resi pubblici per motivi di indagini. Gli investigatori e la Procura devono fare il proprio lavoro a trecentosessanta gradi e in assoluta serenità. Non mi definisco un giornalista antimafia. Cerco di fare soltanto il mio lavoro”.
“L’ennesima, inquietante, intimidazione a Michele Inserra conferma purtroppo le difficoltà ed i rischi che, quotidianamente, i giornalisti con la schiena dritta incontrano, ad ogni latitudine, per svolgere seriamente e correttamente il proprio mestiere”.
È quanto afferma Carlo Parisi, segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e componente della Giunta Esecutiva Fnsi, nell’esprimere piena solidarietà a Michele Inserra. Parisi richiama, ancora una volta, l’attenzione su “un tema scottante che sta alla base della scelta del Sindacato Giornalisti della Calabria di organizzare, il 3 maggio 2016 a Reggio Calabria, la «Giornata mondiale della libertà di stampa» che ospiterà, tra l’altro, la nona edizione della «Giornata della memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo» promossa dall’Unci”.
“In una regione nella quale Michele Inserra, – prosegue Carlo Parisi – così come Michele Albanese (costretto a vivere sotto scorta armata e spostarsi in auto blindata) e tanti altri colleghi vedono la loro vita e le loro famiglie stravolte per il semplice motivo di far bene il loro mestiere di cronisti, il Sindacato dei giornalisti è da sempre concretamente (e non solo a parole) schierato al fianco di quanti, nel pieno rispetto dell’etica e della deontologia della professione, vengono spesso lasciati soli in balìa delle minacce, delle angherie e delle sopraffazioni, manifeste o velate, di un qualsivoglia «potere», criminale, economico o, come purtroppo sempre più spesso accade, addiruttura politico”.
Parisi (Fnsi): “Il 3 maggio a Reggio Calabria in piazza per quelli come lui e Albanese”