MILANO – Ci sono giornalisti che devono essere ricordati per la loro onestà intellettuale, per la loro limpidezza, correttezza, coerenza, fermezza nell’affermare la validità della professione del giornalista e della linearità civile. Così era Achille Lega, morto a Milano all’età di 77 anni.
Inviato speciale del quotidiano Il Giorno, sindacalista dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, consigliere dell’Ordine, tra i fondatori della corrente di Stampa Democratica, aveva, di quest’ultima, condiviso angosce, speranze e impegno per il miglioramento della categoria.
Non aveva mai esitato a criticare, ove necessario, i contratti di lavoro che erano serviti ad alcuni dei sindacalisti per fare carriera. A lui non era mancata l’amarezza di essere “gettato” in un canto da quei colleghi di corrente che non gradivano la sua coerenza e correttezza e che oggi, magari, ipocritamente, non mancheranno di dimostrare un cordoglio che sono ben lontani dal provare.
Maurizio Andriolo
Passione totale per il mestiere e impegno nel sindacato e negli organismi di categoria
MILANO – Era una di quei giornalisti che riescono a conciliare una passione totale per il mestiere con l’impegno nel sindacato e negli organismi di categoria. Era arrivato alla professione da intellettuale, appassionato di questioni civili: la sua idea di società era legata ad Federalismo europeo, movimento liberal-democratico che mirava ad un futuro di pace e libertà, contro i nazionalismi che avevano avvelenato il primo Novecento e anche contro tutte le ideologie totalitarie.
Agli esordi lavorò a New York, per l’Ansa, e conobbe da vicino quel giornalismo forte e indipendente, tanto diverso da quello nostrano dell’epoca, dove i giornali avevano sempre una proprietà imbarazzante e invadente (“voci passive di bilanci attivi”). Poi passò al Giorno come inviato. Il quotidiano diretto da Italo Pietra era di proprietà dell’Eni, ma portava nell’informazione un’aria nuova: inchieste, reportages, denunce. Lega vi lavorò per vent’anni come inviato. Tra l’altro seguì nel 1974 gli sviluppi della strage di Brescia e due anni dopo pubblicò – insieme a Giorgio Santerini inviato del Corriere – il libro-inchiesta Strage e Brescia potere a Roma: trame nere e trame bianche, una delle prime iniziative di approfondimento senza reticenze sui misteri d’Italia.
Al Giorno fece parte per anni del Cdr, conducendo continue battaglie sia in difesa dei colleghi, sia per il mantenimento dell’anticonformismo originario della testata, che la politica voleva moderare, se non proprio spegnere. Lega fece parte con Tobagi e Santerini al gruppo di giornalisti milanesi che fondarono nel 1978 la corrente sindacale Stampa Democratica, accolta all’inizio da grandi polemiche perché nasceva da una scissione del correntone che allora si chiamava Rinnovamento.
Assunse poi incarichi nell’Ordine e nel sindacato, sempre su sollecitazione dei colleghi perché per carattere non cercava cariche. Tra gli anni ’80 e ’90 fu più volte consigliere dell’Ordine in Lombardia e nel consiglio nazionale. Infine, già in pensione, accettò per parecchi anni di presiedere il Collegio dei probiviri dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, mettendo così a disposizione della categoria la sua non comune esperienza di lavoro, sommata a quella di chi attorno al mestiere di informare aveva continuamente meditato, discusso e anche sostenuto memorabili polemiche.
Il servizio funebre in memoria di Achille Lega sarà celebrato mercoledì 23 settembre, a Milano, nella sede della Casa di Riposo Saccardo, in via Saccardo 47.
Che la terra ti sia lieve…amico mio…