BOLOGNA – Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna (Aser), presieduto da Serena Bersani, riunitosi dopo la pausa agostana, interviene sulla vicenda delle minacce mafiose ricevute da Gabriele Franzini, direttore del telegiornale di Telereggio, come emerso a conclusione dell’indagine “Aemilia”.
Il sindacato unitario dei giornalisti emiliano-romagnoli esprime innanzitutto la propria “totale, incondizionata solidarietà al collega Franzini, ricordando che lui stesso e l’emittente per cui lavora sono stati già in passato oggetto di intimidazioni più o meno gravi, semplicemente perché hanno raccontato fatti in modo corretto e puntuale, senza timori o reverenze: cioè, in altre parole, perché hanno fatto giornalismo”.
“Oggi più che mai – sottolinea il Direttivo dell’Aser – di fronte a questo episodio e a questa inchiesta, la categoria deve essere compatta e solidale, e stimolata a continuare a fare al meglio il proprio mestiere, così come le forze politiche e le istituzioni dovrebbero essere tetragone davanti ai criminali d’ogni livello, e impermeabili a qualsiasi forma di infiltrazione e collusione”.
“Tutto questo – denuncia l’Aser – in un Paese dove si moltiplicano le pressioni e le aggressioni, non solo verbali, a cronisti nello svolgimento delle proprie funzioni”. L’Aser, pertanto, nel dichiararsi “molto preoccupata” coglie l’occasione per rinnovare la solidarietà e la vicinanza agli altri giornalisti vittime in questi anni di attacchi, come la collega Sabrina Pignedoli del Resto del Carlino, che – nella stessa città e per la stessa vicenda giudiziaria – “è stata minacciata addirittura da un esponente di quelle forze dell’ordine che dovrebbero combattere il crimine e difendere i cittadini, giornalisti compresi”.
L’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna annuncia fin d’ora che, in occasione dei procedimenti penali riguardanti questi episodi, si costituirà parte civile ogni volta che le sarà consentito.
Sabrina Pignedoli minacciata da un poliziotto
REGGIO EMILIA (1 luglio 2015) – Ci sono anche le minacce da parte di un poliziotto della questura di Reggio Emilia alla giornalista della redazione reggiana del Resto del Carlino e collaboratrice dell’Ansa, Sabrina Pignedoli, nell’avviso di fine indagine di Aemilia, l’inchiesta della Dda di Bologna che contesta a 54 persone l’associazione a delinquere di tipo mafioso.
Il poliziotto è Domenico Mesiano, che aveva anche il compito di intrattenere i rapporti con la stampa: è accusato di aver minacciato la cronista perché non pubblicasse più notizie relative alla famiglia di Antonio Muto, un altro degli indagati dalla Dda. Il fatto risale all’inizio del 2013 ed era già emerso quando, lo scorso gennaio, partirono le 117 ordinanze di custodia cautelare. Mesiano è ritenuto uno dei componenti dell’associazione ‘ndranghetistica, con epicentro a Reggio Emilia.
“Al di là della gravità della fattispecie”, ha commentato il procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso, le minacce “ci confermano la capacità di intimidazione che l’organizzazione ha manifestato in questi anni”. (Il Resto del Carlino)