Sugli “ascolti” un emendamento Pd rimodula il testo di riforma del processo penale

Intercettazioni: niente carcere per i giornalisti

ParlamentoROMA –  La maggioranza corregge il tiro sule intercettazioni: è arrivato nell’Aula della Camera l’emendamento Pd che rimodula il testo di riforma del processo penale approvato dalla Commissione Giustizia di Montecitorio nella parte che riguarda gli “ascolti”. Il testo, messo a punto dopo le polemiche accese del Movimento 5 Stelle alla proposta dell’Ncd Pagano, già rivista dalla commissione stessa, fa esplicitamente riferimento al diritto di cronaca, escludendolo, e stabilisce che è reato la diffusione della registrazione al “solo” fine di diffamare.
A firma Walter Verini e David Ermini, l’emendamento sostituisce la norma contenuta nella legge delega con questa formulazione: “prevedere che costituisca delitto, punibile con la reclusione non superiore a quattro anni, la diffusione al solo fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente. La punibilità è esclusa quando le registrazioni o le riprese sono utilizzabili nell’ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca”.
Sono in tutto tre le proposte di modifica presentate dai democratici: oltre a quella sugli ascolti, si modifica la norma con la quale la legge prevede che il Pm abbia tempo 3 mesi per decidere se chiedere l’archiviazione o esercitare l’azione penale allo spirare del termine di durata massima delle indagini preliminari o dalla scadenza del termine previsto dall’articolo 415 bis del codice di procedura penale. Con l’emendamento Pd si prevede che i tre mesi cominciano a decorrere, comunque, dal momento in cui è stato notificato alle parti l’avviso di conclusione delle indagini.
Si introduce, quindi, una norma transitoria per prevedere che questo termine diventi operativo solo per i procedimenti che verranno avviati dopo che la legge è entrata in vigore: le disposizioni, si legge infatti nel testo, “si applicano a procedimenti nei quali le notizie di reato sono iscritte nell’apposito registro di cui all’art. 335 codice di procedura penale successivamente all’entrata in vigore della presente legge”.
Quanto agli ascolti, Ncd resta ferma sulle sue posizioni e non presenta modifiche all’emendamento a prima firma Pagano presentato in commissione. La riforma del processo penale, con 34 articoli, è approdata oggi in Aula a Montecitorio, i tempi della discussione non sono contingentati. In ambienti parlamentari non si esclude che il provvedimento possa essere licenziato in prima lettura dopo la pausa estiva, anche se nella maggioranza c’è chi ripete che non spaventa l’ostruzionismo che M5S potrebbe mettere in atto in Aula e c’è chi ventila tranquillamente l’ipotesi di lavorare anche nei fine settimana. (Agi)
Dopo le polemiche degli ultimi giorni, già in mattinata, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva smorzato i toni sulla vicenda delle intercettazioni. “Credo che anche la rapidità con la quale si è ritenuto di dover riscrivere la norma – ha detto Orlando all’Ansa – dimostri che non c’era alcuna volontà di colpire la stampa”. “Mi sembra – ha detto ancora il ministro – che si stia andando in questa direzione, era quello che avevamo auspicato, cercando di spiegare meglio i caratteri delle attività fraudolente e quindi anche quali sono i soggetti titolati a esercitare un qualche modo a quella funzione. Quella ed un ritocco della pena possono dare una risposta compiuta a una polemica, forse eccessiva e che comunque merita attenzione”.
Dal canto suo, aprendo la discussione generale sulla riforma del processo penale, a Montecitorio, la presidente della commissione Giustizia, Donatella Ferranti (Pd), ha detto che la contestata norma sulle intercettazioni “non si applica alle inchieste giornalistiche”. “Se non ci saranno emendamenti che precisino ciò – ha annunciato, infatti, Ferranti – mi farò promotore di un emendamento per proporre aggiustamenti che fughino ogni dubbio e strumentalizzazione”.

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