Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa attaccano la Fnsi, ma prima di scrivere bisogna saper leggere

Non è con le inutili polemiche che si salva l’Inpgi

InpgiROMA – Le organizzazioni sindacali Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa reagiscono alle polemiche sul costo del personale dell’Inpgi dichiarandosi pronte ad un confronto pubblico senza omissioni e reticenze.
“La storia recente dell’Inpgi e del suo personale – ricordano i sindacati – la possiamo far risalire al 1° gennaio 1996, ultimo atto dell’Istituto nel parastato, dove la consistenza organica contava 242 dipendenti: è evidente come la privatizzazione dell’ente abbia prodotto un taglio di circa il 20% del personale”.
“L’aumento della spesa del personale dal 2007 ad oggi – sostengono Cgll, Cisl e Uil – è frutto delle dinamiche contrattuali di primo livello e di una contrattazione aziendale che ha saputo valorizzare la crescita professionale a fronte di un sostanziale blocco delle assunzioni, se è vero che dalle 203 unità del 2007 si è passati alle 207 del 2014.
Questo in un quadro generale che si è andato velocemente degradando e che, comunque, ha visto il moltiplicarsi delle attività dell’Istituto anche in virtù di norme che hanno cercato di attrarre gli Enti Previdenziali Privati verso la sfera pubblica; a ciò l’Inpgi è stato in grado di far fronte senza ricorrere ad incrementi di organico (come avvenuto in molti degli altri enti) ed assicurando sempre prestazioni di indubbio livello qualitativo”.
Per Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa “appare anche improprio l’accostamento delle spese del personale a quelle degli organi; delle prime possiamo rispondere con le considerazioni che cerchiamo di offrire, delle altre è titolare il Consiglio d’amministrazione dove, peraltro, componenti e rappresentanti della Fnsi trovano posto” (in realtà nel Cda è presente solo il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, in qualità di rappresentante di diritto – ndr).
Secondo i sindacati confederali “a questo proposito, ma sarebbe superfluo ricordarlo ad un Sindacato di tradizione e di cultura come la Fnsi, i tavoli di confronto aperti negli anni sia di 1° che, soprattutto, di 2° livello hanno prodotto sempre accordi estremamente sostenibili e volti ad un continuo efficientamento della struttura”.
Nello specifico del Contratto Integrativo Aziendale 2012, Cgil, Cisl e Uil ritengono che “alcuni riferimenti contenuti nell’articolo sono decisamente fuorvianti: l’indennità urbana (contributo alla mobilità urbana) ha un alto valore sociale ed un irrisorio impatto economico, l’indennità di mensa (buono pasto) che l’integrativo aveva effettivamente portato a 12 euro (un incremento di ben 50 centesimi!) è stata di lì a poco tagliata a 7 euro dalla spending review, cui le Casse hanno dovuto sottostare conferendo allo Stato risorse tolte alla disponibilità degli iscritti e che, impropriamente, ha coinvolto anche i lavoratori”.
Per i confederali “si legge in negativo anche l’accento posto sugli incentivi all’esodo che, se danno luogo nell’immediato ad un incremento di spesa, producono invece nel medio periodo notevoli riduzioni di costo in quanto riguardano risorse non sostituite o sostituite con inquadramenti al livello di ingresso”.
Insomma, a giudizio di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa “le politiche e le iniziative che si stanno attivando sono tutte rivolte ad una riqualificazione ed ottimizzazione della spesa per il personale i cui risultati saranno più evidenti già a partire dall’anno in corso, ma è piuttosto sorprendente che un Sindacato di lavoratori, seppure di altra categoria, nel sacrosanto diritto di difendere il proprio Ente di previdenza, cerchi di coinvolgere i lavoratori dell’Istituto in una polemica, alquanto sterile, che non gli appartiene”.
Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa concludono dicendo che “i lavoratori, attraverso i loro rappresentanti, dialogano e rendono più efficace la loro azione; non abbiamo dubbi che vogliate un Inpgi solido, efficiente ed efficace, è la nostra stessa volontà e per questo vi invitiamo ad un confronto pubblico, con tutti i Lavoratori dell’Istituto, che potremmo tenere a breve”.

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Nel pieno rispetto dei ruoli e delle posizioni espresse dai sindacati dei lavoratori dell’Inpgi, per dovere di cronaca vanno fatte alcune importanti precisazioni.
Intanto, è falso che la Fnsi “cerchi di coinvolgere i lavoratori dell’Istituto in una polemica, alquanto sterile, che non gli appartiene”. Non esiste alcun documento in tal senso, ma eventualmente esistono delle singole posizioni che, vivaddio, in democrazia possono essere liberamente espresse.
Fare di tutta l’erba un fascio, indicando nella Fnsi “il nemico” (cosa, tra l’altro, non vera), innesca pericolosi meccanismi che non giovano certo ai lavoratori dell’Inpgi. Primo, 
perché non bisogna dimenticare che il posto di lavoro i dipendenti dell’Inpgi ce l’hanno soltanto grazie ai giornalisti e, se vogliono salvarlo e ci sono sacrifici da fare, bisogna farli tutti. Secondo, perché sostenere che la Fnsi “cerchi di coinvolgere i lavoratori dell’Istituto in una polemica, alquanto sterile, che non gli appartiene” autorizza tutti – noi per primi – ad affermare pubblicamente che non tutti i dipendenti dell’Inpgi sono uguali. Come ha dimostrato il recente passato, come ancora oggi – in alcuni settori – continua a registrare il quotidiano, non  sempre e non solo sono rose e fiori. Anzi, in alcuni casi tutt’altro.
Pertanto, pienamente d’accordo che bisogna evitare le inutili e sterili polemiche. Ma dobbiamo evitarle tutti, se si vuole veramente salvare l’Istituto costruito con il lavoro, i sacrifici e il sudore dei giornalisti italiani. Quelli che oggi hanno il privilegio di avere una pensione d’oro, quelli che hanno la fortuna di vivere la propria vecchiaia con dignità e, soprattuto, quelli che si massacrano quotidianamente di lavoro, ma la pensione non la vedranno mai.

Carlo Parisi
Presidente della Commissione Personale, Contratto e Informatica dell’Inpgi
e componente della Giunta Esecutiva Fnsi

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