ATENE (Grecia) – Per attraversare piazza Syntagma bisogna quasi fare lo slalom tra i cavalletti delle telecamere, e se si alza lo sguardo verso gli alberghi che si affacciano sulla piazza che ospita il Parlamento greco, su ogni singolo balcone c’è una diretta in corso, con il giornalista che approfitta dello splendido sfondo con l’edificio del Parlamento e le luci degli spot accese fino a tarda serata.
Atene è letteralmente invasa, da giorni, dalla stampa internazionale, che fa fare affari d’oro agli alberghi del centro – i cui prezzi sono notevolmente cresciuti – e popola tutte le ore i punti strategici della capitale: oltre la celebre piazza della Costituzione, la via dove c’è il Megaro Maximou, ufficio del premier, le sedi dei principali partiti, i mercati tradizionali con il loro colore locale e ogni singolo luogo dove si possano raccogliere le opinioni dei greci divisi tra Sì e No.
Al centro stampa dello Zappeion (edificio neoclassico che fu il cuore delle Olimpiadi del 1896, le prime dell’era moderna), dove è stato allestito come ad ogni voto un’enorme ed efficiente struttura per i giornalisti, si aspettano oltre 1.000 accreditati “ma è difficile prevedere quanti si accrediteranno all’ultimo”, dice un’addetta.
Atene non si fa pregare per fornire immagini preziose per le tv: ci sono manifestazioni vocianti e con striscioni colorati praticamente ad ogni ora del giorno (stasera ci saranno i due raduni principali per il Sì e per il No a 800 metri di distanza uno dall’altro). Poi, in questi giorni di straordinaria chiusura delle banche, in molti riprendono i cittadini in fila per ritirare la quota giornaliera di contante, mentre attenzione viene riservata anche ai turisti, intervistati per chiedere loro cosa provano a fare le loro vacanze in un momento così delicato per la vita di questo Paese.
E poi ci sono i media greci, quasi tutti (quelli privati) schierati apertamente per il Sì e letteralmente scatenati in una diretta senza fine sul tema referendum e su quanto sta avvenendo nella vita politica ed economica del Paese, una diretta che ha messo fine a qualsiasi traccia di programmazione normale.
Dibattiti con urla in studio sono all’ordine del giorno, con i protagonisti divisi in “finestre” (parathira) che si parlano uno sull’altro. (Ansa)
Mentre le tv greche si scatenano in una diretta senza fine sul tema del referendum