ROMA – La vicenda de “La Voce di Romagna” sulla quale è intervenuta giustamente l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna merita una particolare attenzione.
Non è tollerabile che un editore che usufruisce di consistenti finanziamenti pubblici, cioè utilizza per le proprie attività editoriali il denaro dello Stato, vale a dire di tutti i contribuenti italiani, e che, quindi, dovrebbe essere tenuto al pieno rispetto delle leggi e dei contratti di lavoro, rifiuti di riconoscere, come ha dichiarato recentemente ai colleghi che fanno parte di quel Comitato di redazione, la legittimità della rappresentanza sindacale prevista dal contratto nazionale di lavoro di categoria; da mesi non paghi i propri dipendenti ed i collaboratori del giornale, arrivando addirittura a proporre ai colleghi prestiti bancari personali non si sa garantiti in che modo dall’azienda; rifiuti ogni rapporto con le organizzazioni sindacali regionale e nazionale dei giornalisti.
E’ un elenco bastevole perché si possa chiedere all’associazione imprenditoriale a cui l’editrice de “La Voce di Romagna” risulta aderire, cioè alla Federazione Italiana Liberi Editori (FILE), di prendere le distanze da simili inauditi atteggiamenti, richiamando il proprio associato a comportamenti corretti.
Il presidente della Fnsi Rossi: “Il comportamento dell’editore è intollerabile”