Il Comune di Cittanova ingaggia Agostino Pantano come moderatore, poi fa dietrofront

Giornalista censurato “per non rubare la scena”

La locandina prima della censura

La locandina prima della censura

La locandina dopo la censura

La locandina dopo la censura

CITTANOVA (Reggio Calabria) – “Indesiderato al Comune di Cittanova”. L’“editto” è stato pronunciato contro il giornalista Agostino Pantano dal vice sindaco della cittadina aspromontana, Anselmo La Delfa, che ha preteso e ottenuto la sostituzione del cronista che aveva il ruolo di moderatore di un incontro culturale patrocinato dall’ente e svoltosi il 12 giugno scorso.
Il nome di Pantano, inserito già dal 19 maggio nella locandina e negli inviti per l’evento, è stato tagliato successivamente con una motivazione che lo stesso politico ha riferito al giornalista. Chiedendo spiegazioni per il dietrofront, Pantano si è sentito rispondere che “viste le recenti vicende giudiziarie di cui sei protagonista, l’amministrazione comunale ha pensato che avresti potuto rubare la scena all’autore del libro, riservandosi di invitarti in un’altra occasione”.
Agostino Pantano, che si è deciso a raccontare la storia di questa strampalata censura solo all’indomani della manifestazione culturale programmata – anche “per non essere d’ostacolo alla libera determinazione del Comune e per non offuscare l’interesse verso i temi trattati dai relatori” – aveva accettato sin dal mese di maggio l’invito dell’Associazione temporanea di scopo che gestiste il “polo solidale per la legalità”, che ha organizzato la manifestazione.
Nell’accettare di partecipare alla serata in qualità di moderatore, con il beneplacito dell’amministrazione comunale e del magistrato Rocco Cosentino, autore del libro, aveva ringraziato personalmente il vice sindaco La Delfa, durante un incontro avuto con lui in occasione dell’inaugurazione del Teatro di Cittanova, il 31 maggio.
La beffa è arrivata il giorno dopo quando lo staff dell’Ats ha informato Pantano del cambio di programma, limitandosi a riferire che “era stato proprio La Delfa a comunicare il veto – racconta il giornalista – e garantendo che il politico in persona mi avrebbe contattato per darmi delle spiegazioni”. Chiarimento che è arrivato, a distanza di 3 giorni, e solo dopo che l’ospite indesiderato ha chiesto ragguagli all’amministratore, sentendo da lui la versione della decisione corale “per non rubare la scena”.

Agostino Pantano

Agostino Pantano

“L’editto – commenta amaramente Pantano – non mette in difficoltà me, che avrei partecipato a titolo di cortesia e per l’interesse che nutro sin dai tempi dell’Università per i temi culturali al centro dell’incontro, bensì il Comune stesso che, attraverso il vice sindaco, ha dato delle spiegazioni francamente risibili. Se un amministratore pensa che i giornalisti siano fenomeni da baraccone che vogliono imporsi al centro di una scena, vuol proprio dire che si ha uno scarsissimo rispetto per la nostra professione, la qual cosa va denunciata pubblicamente affinchè, invece, si arrivi a rispettare i giusti rapporti fra due ruoli pubblici che sono entrambi indispensabili per la democrazia”.
“Comunque sia – continua Pantano – mi sento di tranquillizzare La Delfa: nelle occasioni pubbliche in cui mi capita di prendere la parola, non mi sono mai messo le dita nel naso oppure ho fatto magie per attirare su di me l’attenzione della platea. Se, poi, all’origine dell’oscuro ripensamento vi siano altre motivazioni che nulla hanno a che vedere con la preoccupazione verso un giornalista professionista che non si conterrebbe, le intenderò come la prova che essere considerato indesiderato da un Municipio – e non è la prima volta che mi capita – significa che ho fatto bene il mio lavoro, sopravvivendo ai processi farsa, alle querele temerarie, alle richieste di risarcimenti con carattere intimidatorio, agli editori che non pagano e, in questa ultima versione, anche agli amministratori schierati con un partito che si dice Democratico e che eseguono ordini di cui non conoscono fino in fondo nemmeno i motivi”.

 

Un commento

  1. Francesco Di Masi

    Bravo Agostino, mi sa che i “politici” hanno perso il lume della ragione, ormai si intruppa tutto e si fa di tutta un’erba un fascio, già ti hanno condannato a prescindere.

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