A 92 anni è morto uno dei più grandi critici cinematografici italiani. Domani i funerali

Addio Callisto Cosulich, maestro della critica

Callisto Cosulich

Callisto Cosulich

Cinema

Come vantarsi di avere piantato gli studi d’ingegneria navale a 5 esami dalla laurea per fare il critico cinematografico? … L’unica giustificazione che posso addurre a conforto di una decisione che oggi più che mai dovrebbe apparire inconsulta, oggi che i critici di quotidiani e settimanali, quando trovano spazio, debbono limitarsi a compilare dei boxini e delle minicritiche, oggi che i mensili di cinema non li legge più nessuno, potrebbe essere data dall’aver iniziato la mia carriera non come critico, ma come organizzatore di Circoli del cinema. “Operatore culturale” sarebbe il termine attualmente in uso, un’attività che nell’immediato dopoguerra ti dava la sensazione di creare qualcosa, l’illusione di migliorare i gusti del pubblico, o di creare il pubblico di domani, e anche di soddisfare un tuo particolare capriccio: quello di renderti possibile la visione di film altrimenti invisibili.

Callisto Cosulich

ROMA – Mondo del giornalismo e del cinema in lutto per la morte di Callisto Cosulich. È stato uno dei più grandi critici cinematografici italiani. All’età di 92 anni si è spento ieri, nella clinica Villa Maria Immacolata a Roma, nella quale era da tempo ricoverato per problemi cardiaci. Nato a Trieste il 7 luglio 1922, era giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 4 luglio 1969. Studente di ingegneria navale a Genova, tanti anni dopo racconterà la sua esperienza nella Regia Marina in un documentario diretto da Claudio Costa dal titolo “Una lunga vacanza”.
Nel 1947, con Tullio Kezich, diede vita alla sezione cinematografica del Circolo della Cultura e delle arti di Trieste partecipando alla fondazione della Federazione italiana circoli del cinema (Ficc). Quindi le prime collaborazioni con Il giornale di Trieste e con le riviste di settore Cinema, Filmcritica, Bianco e nero, Cinema nuovo, Cinemasessanta. Compresa la sua vera passione, la decisione di trasferirsi a Roma. In breve divenne divenne segretario generale della Ficc e membro del circolo dell’Anac. Con Enrico Rossetti fondò il primo cinema d’essai italiano, il Quirinetta di Roma, contribuendo in modo significativo alla diffusione dei film d’autore.
Negli anni Settanta curò per la Rai cicli monografici su sport e cinema, sul cinema giapponese, sulla New Hollywood, su Billy Wilder, Ozu Yasujiro, Josef von Sternberg. Nel 1960 sostituì Vasco Pratolini nella rubrica di cinema del settimanale Abc, realizzando anche inchieste su politica e attualità. Un impegno portato avanti nella veste di critico ufficiale di Paese Sera e di collaboratore del Piccolo di Trieste e del settimanale Avvenimenti.
Tra i suoi libri Hollywood Settanta (1978), I film di Alberto Lattuada (1985), la cura del numero monografico di “Bianco e nero” Sessantotto e dintorni (1998). Membro di giuria nei principali festival come Berlino (1987) e Venezia (1996), Cosulich è stato anche sceneggiatore (Flashback di Raffaele Andreassi, Terrore nello spazio di Mario Bava) e attore (Cuori senza frontiere di Luigi Zampa). Nel 2005, insieme ad altrmi maestri della critica italiana, come Natalia Aspesi, Tullio Kezich, Morando Morandini, Gian Luigi Rondi e Lietta Tornabuoni, ha ricevuto alla Mostra del Cinema di Venezia il premio Bianchi dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici. Lascia, tra gli altri, il figlio Oscar, come lui giornalista e critico.
Cordoglio è stato espresso dal presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, Laura delli Colli, sottolineando il “grande dispiacere per chi ha imparato ad andare al cinema leggendolo”.
I funerali di Callisto Cosulich saranno celebrati domani, lunedì 8 giugno, alle ore 12 nella chiesa degli Artisti di piazza del Popolo a Roma.

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