RIMINI – Con la relazione del segretario generale Francesco Cavallaro, si sono aperti oggi al Palacongressi di Rimini, i lavori del IX Congresso della Cisal, la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori.
Oltre mille delegati, provenienti dal congressi provinciali e regionali, si sono dati convegno del discutere attorno a un attuale e sempre più scottante tema “Il lavoro che non c’è”.
Il leader della Cisal, giornalista pubblicista consigliere nazionale Fnsi, ha lanciato una sfida al Congresso, invitandolo a individuare le più opportune strategie per promuovere il lavoro uscendo, però, dal coro, dando un senso al modo di essere autonomi, propiziando una autentica svolta strategica, tanto attesa dai lavoratori quanto disattesa dalla politica.
I numeri impietosi del sistema Renzi
Franco Cavallaro ha attaccato il Governo di Matteo Renzi motivando l’accusa, ribadendo l’assurdo atteggiamento del premier che insiste nel promettere 12 riforme in due anni quando la realtà avverte che:
a. la spesa pubblica è aumentata di 8 miliardi;
b. i tagli della spending review non ci sono stati, anzi, Cottarelli se n’è andato;
c. le privatizzazioni continuano a slittare;
d. l’abolizione delle province è, di fatto, in mezzo al guado;
e. la drastica riduzione dei centri di spesa non si è vista;
f. il famoso rientro dei capitali procede al rallentatore;
g. le circa 9mila tra municipalizzate e partecipate continuano a drenare risorse a favore delle clientele politiche, scaricandone gli oneri sui cittadini (circa 1,2 miliardi annui di perdite);
h. i fallimenti sono aumentati del 66%;
i. i consumi ristagnano, ormai da tempo, mentre che incombe il rischio che scattino le clausole di salvaguardia (aumento di Iva e accise) per la copertura degli 80 euro e della riduzione Irap 2015.
Numeri impietosi – ha evidenziato il leader della più grande confederazione sindacale autonoma – specie per i giovani e le donne (con punte superiori al 40% e nel Mezzogiorno dove si raggiunge al 20,7%); la situazione si presenta drammatica rispetto alle stesse previsioni del Governo che sono tutt’altro che rassicuranti, se è vero che nell’arco dei prossimi 3 anni è prevista una diminuzione di pochi decimi di percentuale.
La Cisal è ben consapevole che il lavoro non si crea dal nulla, né tantomeno per decreto, proprio perché manca il riconoscimento ufficiale e condiviso del ruolo centrale che il lavoro deve assumere nella vita economica e sociale del Paese.
Per Francesco Cavallaro la Riforma del mercato del lavoro è un’opportunità mancata perché la Cisal, prima che il provvedimento vedesse la luce, e sempre che il Governo volesse cogliere l’opportunità di una vera Riforma e affermare l’imprescindibile primato del lavoro e dell’economia reale su ogni velleitaria alternativa, aveva richiamato la sua attenzione anche sulla grave omissione che il legislatore si accingeva a perpetuare: la totale ignoranza dell’art. 39 della Costituzione e, per logica connessione, dell’art. 46 sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese.
Abbiamo invece assistito a un dibattito unidirezionale, a volte stucchevole, su art. 18 sì e art. 18 no.
Proseguendo nell’analisi delle proposte di Riforma più attuali, Francesco Cavallaro ha evidenziato la necessità di tirare le fila per riprendere il tema che domina lo scenario del Congresso, ovvero “Il lavoro che non c’è”, rilevando che, in una siffatta realtà, tutte le riforme, per quanto necessarie, stentano a decollare per le solite e ricorrenti ragioni: la mancanza di risorse economiche e la presa d’atto di un debito pubblico pari al 132% del Pil, senza dimenticare che siamo costretti, annualmente, a sottrarre dalle entrate una parte rilevante (circa 80 miliardi) per pagare i relativi interessi.
La verità è anche che il nostro paese non può sopportare l’espandersi di uno dei fenomeni più odiosi, che avvilisce la società democratica fondata sul lavoro. Il riferimento è all’evasione fiscale e contributiva, ovvero ai 170 miliardi che sottraggono annualmente all’erario dai 130 ai 170 miliardi di euro, che – secondo Cavallaro – potrebbero essere invece impiegati a sostegno delle riforme per favorire una nuova strada all’occupazione.
Riforma della Previdenza
Cavallaro si è, poi, chiesto perché ancora oggi manca una Riforma della Previdenza e avverte che sono due le posizioni in discussione: una finalizzata a riparare i danni della Fornero, l’altra che fa capo al neo presidente dell’Inps Boeri, che ha preannunciato per il prossimo giugno un’articolata proposta capace di garantire un reddito di sostegno ai lavoratori tra i 55 e i 65 anni in attesa di pensione.
Riforma della “Buona scuola”
C’è poi un problema legato alla Riforma per una “Buona Scuola”. Qui Francesco Cavallaro ha definito l’odierna situazione un caos di idee. Tutto l’impianto del documento è fortemente centralistico e l’autonomia delle scuole rischia di essere assorbita da una regolazione interamente affidata a scelte governative. A cominciare dall’assunzione dei 150 mila docenti e dalla gestione dei concorsi.
La Cisal è a favore di una vera cultura manageriale nella scuola per promuovere un vero sistema di valutazione delle performance, del merito e delle qualità, da affidare a organismi assolutamente indipendenti e da utilizzare per la progressione di carriera.
Riforma della Pubblica Amministrazione
Sulla Riforma della PA c’è un mancato mea culpa da parte della politica per avere fino a oggi interferito nella gestione della cosa pubblica a soli fini clientelari. Resta il dubbio che tutte le riforme, compresa l’attuale, siano servite esclusivamente al ministro di turno per dare lustro alla propria immagine.
Per la Cisal un pubblico impiego gestito con criteri improntati al massimo di efficienza, efficacia ed economicità presupporrebbe attribuzioni di incarichi strettamente collegati a obiettivi chiari, misurabili e raggiungibili. Noi invitiamo il governo a parlare di Pubblica Amministrazione e non di un grande moloch.
Riforma della Giustizia
Un giustizia che funziona rappresenta uno dei più efficaci deterrenti contro il malaffare e la corruzione in particolare. Anche qui occorre un vero e proprio piano strategico che consenta di avere quel minimo di certezze che possano aiutare verso la voglia di fare, di intraprendere e di operare nella legalità. La Riforma della Giustizia resta ad avviso della Cisal una delle condizioni indispensabili per attrarre capitali di investimento nel Paese.
Rilancio dell’autonomia
Avviandosi verso la conclusione, Franco Cavallaro ha dichiarato che negli ultimi anni la Cisal ha iniziato un rinnovamento della propria cultura organizzativa e del modo di fare sindacato, elevando lo spessore progettuale della propria proposta e aumentando gli spazi di partecipazione.
Ecco perché da questo Congresso parte la conferma che la Cisal è punto di riferimento, quale promotore, quale potenziale polo aggregante di quanti, nel variegato mondo sindacale, si riconoscono “nell’unica matrice ideale dell’Autonomia”. La proposta non mira a contrapporsi alle atre confederazioni, anzi è volta a semplificare il quadro stesso della Rappresentanza e della Rappresentatività.