TORINO – “C’è un cambiamento di costume. Quando arrestammo Mario Moretti delle Br, io non potrò mai scordare che mi telefonò l’allora ministro dell’Interno. Avevo 31 anni, mi emozionai. Lui mi chiamò per dirmi: «Lei sa quanto è importante per noi diffondere la notizia dell’arresto di Moretti, ma deve essere lei a dirmi che posso farlo, perché prima vengono le indagini»”. Lo ha detto il procuratore capo della Repubblica di Torino, Armando Spataro, intervenendo ad un convegno sul rapporto tra giustizia e informazione.
“Oggi – ha sottolineato Spartaro – avviene esattamente il contrario: notizie di operazioni di terrorismo internazionale che vengono diffuse prima ancora che si realizzino, abbiamo notizie che vengono riprese senza alcun potere critico da parte della stampa, ad esempio, quella sui terroristi che arrivano sui barconi dei migranti in Sicilia. Veicolare questa notizia interessa alla politica, possibile che non ci sia nessun giornalista che scriva che questa cosa non sta né in cielo né in terra?”.
“Ma si guardi la fotografia che c’è stamattina sulla prima pagina del Corriere della Sera, del bambino che ha viaggiato chiuso in un trolley per raggiungere il padre”, ha ammonito Spataro, concludendo: “C’è l’interesse di certa parte della politica, non voglio generalizzare, a dare informazioni orientate e su queste informazioni non si esercita sufficientemente la critica giornalistica”. (Askanews)
Il procuratore di Torino bacchetta il Corriere della Sera sul caso del bambino nel trolley