PAOLA (Cosenza) – Saccheggiatori di ricordi, profanatori di dolore. Non avrei mai voluto ritornare a fare “pace” con il giornalismo, macchiando di lacrime e d’inchiostro una pagina bianca. Lo faccio, anzi lo voglio fare, seppur con molta tristezza, per Stefano Cuzzocrea, brillante e talentuoso collega, nonché straordinaria persona, “rapito” da un male incurabile a soli 39 anni. Stefano Cuzzocrea non c’è più. Ma solo fisicamente. L’eredità morale, intellettuale, umana, geniale continuerà a vivere in me e in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, arricchirsi interiormente con lui e grazie a lui e apprezzare la straordinarietà del suo modo di essere. Questo mio articolo non vuole essere solo un semplice “coccodrillo” di circostanza, ma il racconto di una brutta pagina di sopruso e cattiveria. Gratuita e ingiustificabile. E, perchè no, assolutamente imperdonabile.
Sì, perchè, mentre a Paola si stava celebrando la funzione religiosa solenne per l’ultimo saluto a Stefano, la “disumanità” ha deciso di entrare in azione, entrando in casa dei suoi genitori, vandalizzandola. Dall’abitazione di Stefano Cuzzocrea è stato portato via tutto o quasi. Tutto quello che lo riguardava, che gli era caro. Tutto quello che era il suo “tesoro”. I balordi, i meschini, i vigliacchi che si sono intrufolati in casa sua, forse si sentiranno “eroi”. Del nulla.
Sulla tristissima vicenda hanno immediatamente avviato le indagini i carabinieri della Compagnia di Paola. I militari dell’Arma hanno iniziato a repertare diversi indizi che, speriamo siano utili alle indagini. L’indignazione tra la gente comune, gli amici di Stefano è stata tanta. Così come è stato “tamburellante” il tam tam di denuncia e solidarietà, rimbalzato sulle bacheche social.
Chissà, forse non solo grazie alla bravura dei detective della benemerita, ma anche grazie ad un “aiuto” dall’alto dello stesso Stefano, gli inquirenti riusciranno a dare un nome ed un volto ai saccheggiatori di ricordi e profanatori di dolore. L’“intrusione” in casa Cuzzocrea è avvenuta mentre l’intera comunità paolana si era radunata nel Santuario per dare l’ultimo saluto a Stefano.
Di gente, con gli occhi gonfi di lacrime e sguardi straniti dall’incredulità, ce n’era tanta. Eravamo tanti. Ma, come avrebbe voluto lo stesso Stefano, la cerimonia è stata una rivisitazione del concetto canonico e religioso di funerale. Più che un commiato definitivo, è sembrato di assistere ad una rappresentazione di genialità e allegria. Diretta dallo stesso Stefano.
L’unica cosa che non aveva previsto, l’entrata in casa. Con la vandalizzazione e la razzia dei suoi ricordi e dei suoi “tesori” più cari. Buon viaggio amico mio, porterò sempre con me il tuo ricordo. (giornalistitalia.it)
Carmine Calabrese
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