LANCIANO (Chieti) – E’ andato al giornalista Primo Di Nicola de “L’Espresso” e “Il Fatto quotidiano” il premio alla carriera “Ilaria Rambaldi” (la studentessa di Lanciano morta sotto le macerie della Casa dello studente nel sisma del 6 aprile) che viene assegnato per il giornalismo d’inchiesta.
“Per la propria attività svolta anche durante il terremoto del 6 aprile 2009 a L’Aquila”, ha spiegato Maria Grazia Piccinini, presidente della Onlus “Ilaria Rambaldi”, durante la cerimonia di premiazione avvenuta sabato mattina a Lanciano. A Di Nicola, che vive a Roma ma che è originario di Castellafiume (L’Aquila), è stata consegnata “La farfalla dipinta”, trofeo disegnato da Davide Pecoraro.
Per la sezione video, tv e web, è stato, invece, premiato, per le sue inchieste, Lucio Musolino, de “Il fatto quotidiano”, giornalista sotto scorta, che da anni combatte contro la ‘ndrangheta e gli scempi portati avanti, anche a livello ambientale, in Calabria.
La consegna dei premi è avvenuta a conclusione di due giornate di studio nazionali sulla prevenzione dei disastri ambientali e in particolare sulla “Prevenzione e riduzione del rischio sismico” e su “Dissesti ambientali e tragedie umane. Il ruolo dell’informazione nella prevenzione”.
Al primo incontro, affollato da architetti e ingegneri, è stato presente Mario Cucinella, architetto di fama internazionale, che ha riflettuto sulla necessità di “scegliere e ripensare, per prevenire le sciagure, un futuro diverso, nel rispetto dell’ambiente e delle caratteristiche di un territorio. Quindi basta costruire negli alvei dei fiumi, nelle zone ad alto rischio sismico con criteri inadeguati, o costruire abusivamente. La storia – ha evidenziato l’esperto durante il suo intervento – sembra non aver insegnato alcunché, neppure a livello istituzionale. Eppure la prevenzione costa meno dei disastri”.
Il secondo appuntamento ha visto la presenza di Emanuela Guidoboni, storica dei terremoti in Italia che ha raccontato, a grandi linee, che nel nostro Paese negli ultimi 150 anni c’è stato un terremoto catastrofico mediamente ogni 4-5 anni e che l’Appennino centro-meridionale è area molto esposta dove si registrano devastazioni. Le città capoluogo distrutte sono Messina, Reggio Calabria e L’Aquila.
“Quest’ultima – ha detto Guidoboni – è attualmente alla sua sesta ricostruzione, dato che ci sono stati terremoti nel 1315, nel 1349, nel 1461, nel 1703, nel 1915 e il 6 aprile 2009”.
All’incontro anche il geologo Roberto De Marco, ex direttore del Servizio sismico nazionale, che si è soffermato su lacune e mancanze della Protezione civile. “Perché accadono i disastri?. Per la pericolosità naturale, la mancanza di prevenzione, la vulnerabilità dell’edificato e dei sistemi sociali e istituzionali, l’impreparazione e la disinformazione”. (Agi)
I due giornalisti dell’Espresso e del Fatto premiati per la loro coraggiosa attività