ROMA – Gli interventi per l’informazione e l’editoria previsti dalla legge di stabilità sono strumenti di politica industriale e per il lavoro che debbono trovare coerente attuazione già a partire dalle prossime settimane.
Le risorse pubbliche previste, in questo quadro, non possono essere perciò considerate alla stregua degli aiuti impropri di Stato o delle spese superflue o meramente assistenziali.
Ora che il Governo Renzi ha superato la fase di rodaggio, sarà bene, perciò, sia presto operativo e concreto in materia di politica economica e sociale e, in questo caso, anche per la pluralità e la qualità del bene informazione.
Le recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio tese a risolvere le incertezze generate dalla ricognizione per una revisione della spesa pubblica fatta dal Commissario Cottarelli, con l’affermazione che gli stanziamenti produttivi per l’occupazione non si possono comprimere, non potranno perciò che avere puntuale riscontro. Nella lunga stagione della crisi e delle trasformazioni che investono l’editoria, cambiare senso di marcia, come ha indicato la legge di stabilità, è oltremodo necessario e urgente.
Si tratta di incentivare gli investimenti per l’innovazione e la nuova occupazione professionale nel settore dei media, accompagnando nel contempo con gli ammortizzatori sociali le sofferenze che si aprono con le ristrutturazioni. Alimentare progettualità e speranza, soprattutto verso il lavoro per l’informazione qualificata anche nei vecchi media che cambiano, e nei new media, è un’operazione indispensabile per l’ammodernamento complessivo della vita del Paese. La Fnsi ha già fatto presente al Sottosegretario all’Editoria, Luca Lotti, la piena disponibilità a fare la sua parte, sia lavorando intensamente per cercare di pervenire con la Federazione Editori (Fieg) al rinnovo del contratto di lavoro giornalistico come atto dinamico in termini di inclusione, di “avanzamento” e di rilancio, sia assicurando il suo rigoroso contributo per la più efficace individuazione delle scelte per la destinazione delle risorse previste dalla legge di stabilità.
Il segretario del sindacato dei giornalisti al governo: “Non sono aiuti impropri”