AOSTA – “Oggi al Palazzo di giustizia di Aosta si è scritta una brutta pagina per la democrazia e per il diritto all’informazione. In un Paese che, non a caso, è precipitato nell’ultimo anno dal 49/o al 73/o posto nella classifica di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa e il cui Parlamento sta scrivendo un’insidiosa legge bavaglio con il pretesto di riformare la normativa sulla diffamazione”. A denunciare quanto accaduto stamane al Tribunale di Aosta, dov’è in corso il processo sui fondi del Consiglio Valle, è l’Associazione stampa valdostana, che stigmatizza con forza il divieto imposto ai giornalisti di entrare in aula.
“Informazione oscurata – sottolinea l’Assostampa valdostana – su un procedimento in cui sono coinvolti 24 esponenti politici, di cui sette consiglieri regionali in carica. Nessun cronista ha potuto assistere a questa importantissima vicenda giudiziaria riguardante la vita politica e istituzionale valdostana e concernente, tra l’altro, un tema di grande attualità, interesse e delicatezza quale l’utilizzo del denaro pubblico”.
“Sono stati proprio i difensori degli imputati, e non il gup Maurizio D’Abrusco e nemmeno il procuratore capo di Aosta Marilinda Mineccia, al contrario disponibili, ad opporsi oggi alla richiesta formalizzata dai cronisti di poter assistere, considerata la rilevanza pubblica, alla requisitoria del pm, in deroga a quanto previsto dal processo con giudizio abbreviato. Un atteggiamento che ha spento le telecamere e chiuso i taccuini in spregio alla trasparenza”.
La denuncia dell’Assostampa: “Una brutta pagina per il diritto all’informazione”